(Cinematografo.it/Adnkronos) - "Er Monnezza è un personaggio attuale. Si comporta e parla come i giovani. E, come loro, usa le parolacce". Enrico Vanzina presenta così Il ritorno del Monnezza, il film diretto da Carlo Vanzina, prodotto da Vittorio Cecchi Gori e distribuito da Medusa che esce venerdì 15 aprile in 200 copie. Nei panni di Rocky Giraldi, il figlio del mitico poliziotto degli anni '70-'80 Nico, troviamo Claudio Amendola. Fu proprio suo padre Ferruccio, 30 anni fa, a prestare la voce a Tomas Milian, il quale - assicura Carlo Vanzina - "ha dato la sua benedizione, ma non se l'è sentita di comparire in un cammeo perché troppo cambiato". Anche Rocky Giraldi, come il padre Nico, è un agente in borghese dei reparti operativi della Polizia e come lui usa spesso metodi "ruspanti", disinteressandosi del politically correct. Come lui, veste in maniera eccentrica e strafottente, con tuta, giubbotto e zucchetto multicolore e si esprime in un romanesco coatto. Roma è protagonista di gran parte del film e fa da sfondo alle indagini del Monnezza: sfruttamento del lavoro minorile, giri di droga, riciclaggio di denaro sporco in cui sono coinvolti banchieri, onorevoli, un avvocato di grido e persino il capo di Rocky, l'ispettore Ramacci. "Monnezza è un personaggio eterno - dice Vittorio Cecchi Gori -, arriva alla giustizia, non importa come, ma ci arriva. E il problema della giustizia oggi è più attuale di allora". Il film è dedicato a Bruno Corbucci e Mario Amendola, rispettivamente regista e sceneggiatore dei film che hanno il mitico Nico Giraldi come protagonista, e a Dardano Sacchetti, creatore de Er Monnezza, che ha affermato di aver apprezzato l'operazione sia dal punto produttivo che artistico. Vanzina ammette che il padre Steno "non avrebbe mai fatto questo genere, né questa operazione di linguaggio: era troppo elegante", ma si difende dalle accuse di turpiloquio per un film che potrebbe infrangere il record delle cento parolacce detenuto da Natale in India: "Le parolacce fanno parte del modo di esprimersi, di un uso disinibito e colorato del linguaggio. I giovani parlano così, se non le usi non li coinvolgi. La volgarità è un'altra cosa". Il regista anticipa che dopo Febbre da Cavallo e Il ritorno del monnezza sarà la volta di Eccezzziunale veramente 2: "E' un'operazione per riproporre i grandi temi del cinema popolare degli anni '70 e '80, che i giovani stanno riscoprendo".