E' morto il regista greco Theo Angelopoulos, autore di capolavori come Il passo sospeso della cicogna, L'eternità e un giorno e La recita. Angelopoulos, che aveva 76 anni, è stato travolto ieri da una moto mentre attraversava la strada in una località del Pireo. Immediatamente soccorso, è stato portato in ospedale dove però è morto, intorno alle 22 di ieri, a causa di un'emorraggia interna.
Nato nel 1936 ad Atene da una famiglia di commercianti, dopo aver svolto il servizio militare, Angelopoulos si laurea in Legge all'università di Atene poi si trasferisce a Parigi per studiare letteratura alla Sorbona. Appassionato di cinema, si iscrive alla prestigiosa scuola HIDEC che, però, lascia nel 1962, per lavorare al Musée de l'Homme dove entra a far parte del gruppo di lavoro di Jean Rouch, etnografo e pioniere del 'cinema diretto'. Torna in Grecia nel 1964 e fino al 1967 si occupa di critica cinematografica e scrive per il 'Demokratiki Allaghi' un quotidiano di sinistra che viene chiuso con l'avvento al potere dei colonnelli. Sospesa l'attività giornalistica, inizia la sua carriera di cineasta.
Dopo un primo film mai finito per disaccordi con la produzione (Peripeteies me tous Forminx, 1965), in cui voleva unire il noir anni'40 alla commedia musicale, e il cortometraggio La trasmissione (1968), nel 1970 riesce a dirigere il suo primo lungometraggio - Ricostruzione di un delitto - che lo porta all'attenzione della critica internazionale grazie alla menzione speciale al Festival di Berlino.
Successivamente inizia a realizzare la trilogia basata sulla storia greca dagli anni Trenta ai Settanta, composta da I giorni del '36 (1972), La recita (1975) e I cacciatori (1977). Già dal primo dei tre film si evidenziano i tratti caratteristici del regista, l'uso dei tempi morti e il piano sequenza, l'uso dell'inquadratura fissa e dello spazio off. Nelle produzioni successive Angelopoulos definisce ulteriormente il proprio stile rifiutando il tradizionale passaggio dal passato al presente e con La recita, raccontando 13 anni di storia greca in maniera acronologica attraverso le peripezie di una troupe teatrale, ottiene il successo di pubblico e il Premio della critica internazionale a Cannes nel 1975. Protagonisti del terzo film, I cacciatori, con il quale arriva alle vicende del 1977 sono dei borghesi. Nel 1980 con Alessandro il Grande, storia di un anarchico ritenuto un brigante, vince il "Leone d'Oro Cinema Nuovo" e il Premio Fipresci alla Mostra del Cinema di Venezia. Nel 1988, ancora a Venezia, si aggiudica un Leone d'argento con Paesaggio nella nebbia in cui due bambini viaggiano alla ricerca del padre emigrato in Germania. Due anni prima aveva firmato Il volo, con l'interpretazione di Marcello Mastroianni, qui apicoltore, che dirigerà ancora ne Il passo sospeso della cicogna (1991) dove, come omaggio a Michelangelo Antonioni, ricostruisce la coppia con Jeanne Moreau trent'anni dopo La notte. Del 1995 è, invece, Lo sguardo di Ulisse, sulla tragedia dei Balcani vista attraverso gli occhi del suo doppio, Harvey Keitel (che subentrò a Gian Maria Volonté, morto durante le riprese), che sogna solo di tornare a casa in pace.
Tre anni dopo Angelopoulos dirige Bruno Ganz in L'eternità e un giorno, vincendo la Palma d'Oro al Festival di Cannes. Poi, nel 2002, riceve alla 59° Mostra di Venezia il Premio Bresson assegnato dall'Ente dello Spettacolo. Nel 2004, con La sorgente del fiume, firma il primo film di una nuova trilogia. Il secondo film della trilogia e ultimo girato dal regista greco è La polvere del tempo, presentato al festival di Berlino del 2009. Tra i nuovi progetti di Angelopoulos, invece, c'era The Other Sea, film sulla crisi economica in Grecia che stava girando proprio in questi giorni, interpretato da Toni Servillo.