"Non ho dubbi e non riesco neanche a pensare a un'alternativa a Barack Obama", dice il regista Jonathan Demme, in concorso alla Mostra del Cinema con il drammatico Rachel Getting Married. "Sarà lui il Presidente degli Stati Uniti. E' la prima volta che vado a votare perché credo in una persona: Obama è il nostro leader'. Assente dal Lido da quattro anni, in Rachel Getting Married, scritto da Janet Lumet, figlia del più famoso Sidney, Demme racconta il ritorno a casa di Kym (Anne Hathaway, bravissima) per il matrimonio della sorella Rachel (Rosemarie Dewitt), dopo un lungo periodo passato in centri di riabilitazione. Girato come un documentario, solo Demme e il direttore della fotografia Declan Quinn in scena, nessuna prova per il cast né primi piani, Rachel Getting Married è per il regista americano un cugino ideale di Festen di Thomas Vinterberg e Dopo il matrimonio di Susanne Bier.
"Finito The Manchurian Candidate avevo deciso di cambiare strada: troppa fatica e mesi di lavoro per un prodotto che il più delle volte viene abbandonato alla sorte dai distributori. Amo tantissimo il cinema ma il documentario ti dà grande libertà di movimento e pensiero e puoi anche lasciare una traccia nello spettatore. Poi però Sidney Lumet mi ha portato lo script di Janet e ho riprovato il desiderio di tornare a lavorare con gli attori. Io e Declan abbiamo pensato potesse essere un esperimento interessante: il più bel filmino casalingo mai realizzato. Avevo in mente Anne Hathaway come protagonista da molto tempo, da quando anni fa ero andato a Los Angeles per i Golden Globes e in mezzo alle celebrities sul red carpet avevo intravisto lei, che non conoscevo, circondata da un'aura magica. Raggiante. Le ho mandato la sceneggiatura di Janet lasciandole la possibilità di interpretare il personaggio che le piaceva di più, lei ha scelto Kim".