A tre settimane dalla conferenza stampa di presentazione del 67° Festival di Cannes, circolano le primi indiscrezioni sui possibili film in cartellone. Incrociando le previsioni delle principali testate europee e americane, c'è accordo su molti dei titoli papabili, eccezion fatta per gli italiani, nei confronti dei quali si brancola nel buio. I nomi di Gabriele Salvatores (Il ragazzo invisibile) e Alice Rohrwacher (Le meraviglie) si sono rivelati - almeno il primo - ipotesi campate in aria (il film di Salvatores non sarà pronto prima di settembre), mentre qualche chance in più sembrano averla Luca Guadagnino (Body Art, dal romanzo di DeLillo) e Mario Martone (Il giovane favoloso, sulla vita di Giacomo Leopardi), soprattutto quest'ultimo.
Più solide le congetture sugli internazionali, statunitensi in testa. Tra gli americani, vengono date quasi per scontate le inclusioni di Foxcatcher, il nuovo lavoro di Bennett Miller che avrebbe dovuto essere pronto già da un pezzo, di Birdman di Alejandro Gonzalez Inarritu (produzione americana, regista messicano) e di Welcome to New York di Abel Ferrara (co-prodotto dai francesei della Wild Bunch), sullo scandalo sessuale che ha travolto Dominique Strauss-Kahn (interpretato da Gerard Depardieu). Buone possibilità anche di vedere l'esordio alla regia di Ryan Gosling (How to Catch a Monster), il nuovo di Jeff Nichols, Midnight Special, e il ritorno del provocatorio Larry Clark (The Smell of Us). In passato la Croisette ha sempre riservato uno slot per un blockbuster hollywoodiano, che quest'anno potrebbe essere assegnato a Maleficent, spin-off de La bella addormentata con Angelina Jolie nei panni della strega cattiva. Sempre dal Nord America, ma dalla parte canadese, dovrebbero arrivare invece Mommy, quinto film di Xavier Dolan e Maps to the Stars di David Cronenberg. Punto interrogativo invece sui nuovi film di Terrence Malick (Knight of Cups) e Woody Allen (Magic in the Moonlight).
Fronte europeo dominato, com'è ovvio, dalla Francia. Tantissimi i transalpini attesi sulla Croisette, a incominciare da Pascal Ferran, il cui Bird People dovrebbe segnare il suo ritorno a Cannes 10 anni dopo Petits arrangements avec les morts, con cui aveva vinto la Camera d'Or. Pare sicuro il ritorno del regista di The Artist Michel Hazanavicius con The Search. C'è posto anche per The Gunman di Pierre Morel (con la nostra Jasmine Trinca, Sean Penn, idris Elba e Javier Bardem), The Blue Room di Mathieu Amalric, Clouds of Sils Maria di Olivier Assayas, Eden di Mia Hansen-Love e La Rancon de la gloire di Xavier Beauvois, tutte opere finite o in post-produzione avanzata. Francofoni sono anche i fratelli Dardenne che, con Two Days, One Night, dovrebbero rappresentare il Belgio in questa 67ma edizione.
Nutrita - e agguerrita - anche la schiera dei britannici, con i tre vecchi moschettieri del Regno Unito pronti a sbarcare sulla Croisette: Ken Loach (Jimmy's Hall), Mike Leigh (Mr. Turner) e Stephen Frears (Untitled Lance Armstrong Biopic). Il Vecchio Continente dovrebbe schierare anche The Cut di Fatih Akin (Germania) e due danesi, Far From the Madding Crowd di Thomas Vinterberg e When Animals Dream di Jonas Alexander Arnby, mentre i nomi caldi dagli altri territori sono quelli del turco Nuri Bilge Ceylan (Winter Sleep), del cileno Sebastian Silva (Nasty baby) e dell'australiano David Michod (The Rover).
Capitolo a sè il cinema asiatico, tradizionalmente ben rappresentato sulla Crosiette. Anche quest'anno Cannes non dovrebbe fare eccezione. In rampa di lancio i giapponesi Takashi Miike (Kuime) e Naomi Kawase (Still the Water), il coreano Im Kwon-taek (Hwa-jang) e i cinesi Zhang Yimou (Coming HomeAnn Hui (The Golden Age).