Dopo lo schieramento di celebrità arrivate a Berlino per le prime di Grand Budapest Hotel di Anderson e The Monuments Men di Clooney, il red carpet della Berlinale si è riempito ancora una volta di star per la prima mondiale di A Long Way Down (in Italia arriva a fine marzo col titolo Non Buttiamoci Giù), la bellissima commedia di Pascal Chaumeil ispirata al best seller del re della letteratura pop inglese Nick Hornby (Alta Fedeltà, Febbre a 90°, Un Ragazzo). Ad accompagnare la pellicola i quattro protagonisti Pierce Brosnan, Toni Collette, e i nuovi volti Aaron Paul e Imogen Poots.
Il noto conduttore televisivo Martin Sharp (Pierce Brosnan) ha fatto sesso con una ragazza senza sapere che era minorenne. E ha perso tutto: famiglia, lavoro, soldi. La casalinga Maureen (Toni Collette) è sopraffatta dalla responsabilità e dalla fatica di assistere da sola il figlio gravemente invalido. La figlia del politico di successo Jess è distrutta dal primo amore andato storto. Il rocker senza successo JJ, (Aaron Paul) fa I conti col sapore amaro del fallimento. Tutti e quattro hanno scelto la notte dell'ultimo dell'anno per saltare giù dal grattacielo più alto di Londra. Lassù si incontrano, sbalorditi decidono di mettere da parte l'idea. Ma solo per sei settimane. Stringono un patto: provare ad andare avanti e vedere cosa succede.
A Long Way Down presentato nella sezione Berlinale Special, che è parte del programma ufficiale, una sorta di vetrina per i registi contemporanei più accattivanti, i formati più insoliti o adattamenti speciali, è una commedia raffinata e toccante sugli alti e bassi della vita. Sulla forza dell'amicizia, certo, ma anche sul valore dimenticato della vicinnanza con gli altri. Dopo Il Truffacuori e Un Piano Perfetto Chaumeil conferma la stoffa per il tocco leggero e intelligente. Non solo, al suo film riesce quello che a un adattamento non succede quasi mai: essere più convincente dell'originale. Ironia noir e ritmo inglese. E Toni Collette, che al film dà un tocco di poesia. Un'attrice stupenda tra le più convincenti della sua generazione. Rivela l'attrice australiana a proposito del film: “Ho frequentato per settimane un centro terapeutico per bambini e adolescenti diversamente abili. Una preparazione davvero inaspettata per una commedia. Ma il bello di questa storia è proprio questo: è profonda, nella sua leggerezza. Umana nella sua assurdità. Un inno alla vita”.