Dall'Argentina un dramma leggero e introspettivo sulla ricerca di sé. Nel giorno dell'Italia in Panorama con Riparo di Marco Simon Puccioni, commuove in concorso El otro di Ariel Rotter. Storia e soluzioni volutamente minimaliste sono a servizio del viaggio di un uomo, di fronte al bivio della paternità. Protagonista della vicenda, che si snoda fra lunghi silenzi e tante inquadrature fisse, è lo stesso Julio Chavez, già applaudito lo scorso anno al Festival nell'argentino El Custodio. Costretto al bilancio da un figlio in arrivo e un padre anziano da accudire, l'uomo parte per un viaggio senza apparente destinazione. "Quello del protagonista è un percorso tutto interiore - spiega Rotter -. Potrebbe compierlo anche rimanendo seduto, ma la sfida del film è proprio quella di trasformarlo in azione".
Da qui l'estremo rigore formale di cui parla il regista: "Mi sono affidato alle inquadrature fisse per cogliere l'essenza di questo viaggio. Ho cercato di rendere i sentimenti di paura, scoperta e tormento interiore nella maniera più essenziale possibile". Parla anche pochissimo il protagonista. E quando lo fa, si presenta agli alberghi con nomi e professioni sempre diverse: "Neanche lui è in grado di spiegarsi quanto gli sta accadendo. E' vittima della paura, ma allo stesso tempo gioisce della propria vita. Altro non fa, che cercare di comprendere il suo ciclo vitale. Ho puntato sul silenzio, proprio come chiave per far luce sulla sua intimità".