Parte oggi la XXIII edizione del Tertio Millennio Film Fest (TMFF), il festival del dialogo interreligioso organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo con il patrocinio del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, il Pontificio Consiglio della Cultura e l’Ufficio Comunicazioni Sociali della CEI.

Fino al 13 dicembre, presso la Casa del Cinema di Roma (Largo Marcello Mastroianni, 1), incontri e proiezioni attorno al tema scelto per quest’anno: Io sono tu sei. Riconoscersi differenti.

Homeward

Alle ore 15:00, sarà proiettato Homeward. Esordio del 27enne ucraino Nariman Aliev presentato in Un Certain Regard a Cannes, è il secondo dei nove lungometraggi in concorso. Il primo della selezione, Master Cheng, è stato presentato come evento di pre-apertura il 3 dicembre.

Protagonista è un padre che, alla morte del primogenito, caduto nella guerra tra Russia e Ucraina, decide di portare il corpo del ragazzo nella sua terra natale: la Crimea. Accompagnato dal secondogenito, parte per un viaggio che segnerà profondamente la relazione tra padre e figlio.

Un argomento inevitabile per Aliev. Parla di sé, delle sue origini, della storia del suo popolo, i qırımtatarlar (tatari di Crimea), che nel corso della Storia – dalle deportazioni staliniane del ’44 alla più recente crisi del 2014, con l’annessione alla Russia – si sono ritrovati spesso ostaggio degli eventi loro malgrado.

Un film sul confronto, anche duro, tra un padre deciso a mantenere vive le radici (anche religiose, da musulmano praticante) e un figlio, che invece sembra già integrato come cittadino e universitario ucraino.

Alle ore 17:00, il terzo film in concorso: I nostri di Marco Santarelli. Il regista interverrà in sala in dialogo con don Giuliano Savina, Direttore dell’Ufficio Nazionale per l’ Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso della Conferenza Episcopale Italiana.

Il documentario segue il percorso di scoperta di otto studenti universitari. Coinvolti in un progetto di ricerca sul mondo delle comunità religiose che popolano la loro città, Bologna. Con più di 60.000 stranieri di 149 nazionalità, registra una tra le più alte percentuali in Italia.

A contatto con realtà poco raccontate, emergono domande che interrogano tutti noi, al di là delle differenze religiose e socio-economiche. Cosa significa avere una fede? Cosa vuol dire credere a proprio modo? Fino a una questione chiave dei nostri giorni: qual è il confine tra l’essere convinti della propria visione religiosa e l’essere aggressivi.

I nostri

Alle 19:00, un evento speciale. Nel ventennale della scomparsa di Robert Bresson (che ci ha lasciato il 18 dicembre 1999), Mylène Bresson, vedova del regista, incontrerà il pubblico. Una preziosa testimonianza di vita personale e artistica accanto a uno dei più grandi cineasti di sempre.

Dialogherà con lei Gianni Amelio, vincitore nel 2017 del Premio Bresson, il riconoscimento che dal 2000 la Fondazione Ente dello Spettacolo assegna a un regista «che abbia dato una testimonianza, significativa per sincerità e intensità, del difficile cammino alla ricerca del significato spirituale della nostra vita». Seguirà alle 20:30 il film di apertura, Au hasard Balthazar, proiettato in versione restaurata.

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