Aiutiamo il “cinema meno fortunato”: l'appello di Carlo Verdone apre ufficialmente i lavori della Rete degli Spettatori per tutelare quello che definisce “un cinema spesso alternativo, coraggioso, nuovo nel raccontare la realtà che viviamo”. Il progetto offre una seconda opportunità di fruizione a titoli di qualità distribuiti in modo inadeguato rispetto al loro valore. Sono 31 i film selezionati tra le uscite degli ultimi due anni: li ha scelti una commissione nominata dai 100 autori e composta dai critici Alberto Barbera, Gianni Canova, Jean Gili, Fabrizio Grosoli, Morando Morandini e Federico Pontiggia. Scorrendo questa cinematografia made in Italy troviamo, a sorpresa, Boris – Il film accanto a Io sono con te e Corpo Celeste.
In che cosa consiste questa nuova chance? Non scambiatela “per accanimento terapeutico - precisa Federico Pontiggia, critico della Rivista del Cinematografo, durante la presentazione del progetto - perché questi non sono film morti, d'autore o d'essai (a volte associati all'idea di noia), ma che non hanno avuto l'esistenza che meritano. Gli si vuole ridare, per dirla con Avatar, una seconda vita ancora più forte”.
L'elenco in questione potrà disporre di una possibilità di visione, attraverso incontri di approfondimento, cineforum nelle scuole, proiezione di contenuti video inediti a partire da Circuito Cinema a Roma. A supporto dei film selezionati debutterà presto un portale che Dino Gasperini,  Assessore alle politiche culturali e al centro storico di Roma Capitale, vorrebbe “trasformare in un cineclub virtuale” cogliendo “l'opportunità incredibile di questo laboratorio come operazione culturale”.
Il sito permetterà al pubblico di approfondire la conoscenza dell'opera e degli autori, “consentendo agli spettatori di poter scegliere un'operazione democratica - commenta lo sceneggiatore Andrea Purgatori – e ad alcuni film di poter essere fruiti”.Negli ultimi 10 anni hanno chiuso i battenti in Italia 819 sale, di cui 700 monosale, ossia i luoghi in cui la metà delle presenze e degli incassi riguarda il cinema italiano (a fronte dei multiplex per cui la percentuale scende al 32%). Sono “sale di quartiere - si legge nel messaggio di Carlo Verdone - frequentate da un pubblico più colto, spesso di mezz'età”. Il risultato? “Il cinema italiano - secondo il regista Valerio Jalongo - non ha più uno spazio”.
Gli fa eco il produttore Nicola Giuliano (3 film nell'elenco portano la sua firma): “La rete degli spettatori è un progetto meritorio che sottoscrivo. Portiamo lo schermo sui banchi”. Come docente al DAMS di Bologna, racconta di aver fatto un'indagine nella sua classe: su 28 studenti in 25 hanno visto Che bella giornata, ma solo 2 conoscevano Le quattro volte, nonostante sia stato venduto in 45 nazioni. I critici cinematografici presenti alla conferenza stampa concordano: per Morando Morandini siamo di fronte ad un “Paese corrotto e incolto”, mentre Fabio Ferzetti parla di “degrado ventennale iniziato nelle scuole”.
La Rete degli Spettatori non poteva nascere in un momento migliore per dare un segnale positivo a quella fetta di cinematografia italiana fagocitata dalle operazioni commerciali del grande schermo.