Controcorrente a tutti i costi: Laura Morante diventa una scrittrice “eremita” che rifugge la maternità e il contatto umano in Nessuno mi pettina bene come il vento. La pellicola, che prende il nome da un aforisma di Alda Merini, esce il 10 aprile ed è diretta da Peter Del Monte su produzione 11 marzo film in collaborazione con Rai Cinema.“Il titolo mi è stato suggerito da un'amica – spiega il regista – e mi sembra perfetto per esprimere il senso di abbandono nei confronti della vita che anima questa storia. Ci penso da 4-5 anni, ha radici autobiografiche e racconta un soggiorno a Santa Marinella: all'epoca vivevo vicino ad una piazzetta che veniva disturbata da un gruppo di ragazzi che in me suscitava emotività omicida mentre in mia figlia undicenne un fascino incredibile”. Nel film, infatti, la Morante interpreta Arianna, alle prese proprio con una banda di teppistelli delle vicinanze: “Questa donna separata – racconta la protagonista – vive in un esilio volontario intaccato proprio da questi giovani ed è costretta a rapportarsi con una bambina, la figlia di una giornalista mandata a intervistarla. Fino a quel momento ha rifiutato ogni interazione con il mondo, che però la viene a cercare, ma la piccola scatena in lei curiosità ma anche scatto d'orgoglio perché non vuole accettare una prospettiva a cui non aveva pensato”.La vicenda prosegue con scene quasi autoconclusive, ritratti intimi di sofferenze condivise: “Ci sono tante solitudini e molti pregiudizi – continua la Morante – ma non esiste un personaggio che abbia ragione e uno invece torto. Eppure queste orbite di pianeti che girano solitarie nella galassia poi si incontrano e qualcosa accade, anche se non è dato sapere quali universi nuovi generino”.Il confronto generazionale messo in scena riflette una condizione di studio della stessa artista: “Dopo 35 anni di carriera – parole sue – ancora mi arrovello per cercare la freschezza che gli attori bambini hanno spontaneamente. Impari questo mestiere e l'esperienza aiuta, ma non deve diventare un handicap: se non cammini su un filo ma usi una trave di due metri, te la prendi comoda e non hai nulla da perdere allora al pubblico non arriva alcuna emozione”.Ecco perché, a 24 anni dall'unico lavoro insieme, Peter Del Monte l'ha scelta per questo progetto: “Lei suggerisce un bisogno di autocontrollo sulla vita e sul disordine e al tempo stesso mostra una zona d'ombra che la mette a disagio. Cercavo un'attrice credibile nel ruolo dell'intellettuale e non poteva essere che Laura Morante”.Dopo il debutto dietro la macchina da presa con Ciliegine l'interprete è pronta a tornare alla regia, ma senza abbandonare la recitazione: “Mi piacerebbe rifarlo e infatti ho scritto una sceneggiatura, Assolo, con Daniele Costantini. Sono in attesa di un finanziamento, ma vorrei iniziare a girare a settembre. Sarà un film corale sull'universo femminile”.