Stasera a casa di Alice

ITALIA 1990
Filippo Mercuri e Saverio Dentice hanno sposato due sorelle, Gigliola e Caterina, proprietarie dell'agenzia "Urbi et Orbi" specializzata in tour religiosi, e ne sono i direttori. Improvvisamente tutta la famiglia scopre che Filippo ha un'amante e perciò ha abbandonato la moglie Gigliola e la figlia Chiara. Per rimettere le cose a posto Saverio prima fa la predica a Filippo e lo spaventa col racconto di presunti tentativi di suicidio di moglie e figlia, poi, ottenuta da lui la promessa di lasciare la donna, Alice, va da lei con l'intenzione di cacciarla da un ex magazzino, di proprietà dell'agenzia, in cui il cognato l'ha segretamente istallata. Quella sera in casa di Alice, che fa la doppiatrice di film porno, c'è la solita accozzaglia di amici strambi, oltre all'amatissima sorella Valentina, molto giovane e gravemente malata di nervi, che si calma solo masturbandosi. Saverio, superato il disagio per tale ambiente, ottiene da Alice la promessa che gli consegnerà le chiavi l'indomani, ma poi, innamoratosi subito di lei, le lascia l'alloggio. A nulla serve che sia finalmente giunto il bambino che lui e sua moglie hanno chiesto in adozione: Saverio ora pensa solo ad Alice. Poi i due cognati, avendo Filippo rivisto la ragazza, diventano acerrimi rivali, finchè si accordano per incontrarla una sera per ciascuno. Intanto Gigliola e Caterina hanno cacciato i mariti dall'agenzia, e i due uomini, rimasti senza soldi, sono costretti a vivere insieme in uno squallido albergo. Ma una notte, dopo che Alice indignata si è vista cadere dal tetto sul letto il geloso Saverio, mentre stava con Filippo, ed ha appreso il loro accordo sui turni, i cognati scoprono con meraviglia che nessuno dei due è mai stato davvero l'amante della donna, la quale ha saputo tenerli sempre abilmente a bada. Intanto Valentina è peggiorata e giudicata incurabile. Dopo il vano tentativo di un pellegrinaggio finito male, Alice conduce la sorella al mare, ma questa si suicida, annegandosi. Alice ne soffre molto, poi, improvvisamente, pianta in asso Saverio e Filippo, parte per paesi lontani, lasciando loro soltanto un laconico messaggio. I due uomini si riuniranno alle mogli, pronte sicuramente a perdonarli.
SCHEDA FILM

Regia: Carlo Verdone

Attori: Carlo Verdone - Saverio, Ornella Muti - Alice, Sergio Castellitto - Filippo, Yvonne Sciò - Valentina, sorella di Alice, Beatrice Palme - Caterina, moglie di Saverio, Cinzia Leone - Gigliola, moglie di Filippo, Mariangela Giordano - Sensitiva, Francesca D'Aloja - Chicca, Chiara Almonino - Chiara, Paolo Paoloni - Monsignore Rocca-Bandini, John Karlsen - Suocero di Saverio, Alessandra Vazzoler, Sebastiano Busiri Vici - Amico di Alice, Gea Martire

Soggetto: Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, Filippo Ascione, Carlo Verdone

Sceneggiatura: Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, Filippo Ascione, Carlo Verdone

Fotografia: Danilo Desideri

Musiche: Vasco Rossi

Montaggio: Antonio Siciliano

Scenografia: Virginia Vianello

Costumi: Tatiana Romanoff

Durata: 123

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Produzione: MARIO E VITTORIO CECCHI GORI PER CECCHI GORI GROUP - TIGER CINEMATOGRAFICA, PENTA FILM, SILVIO BERLUSCONI COMMUNICATIONS

Distribuzione: PENTA FILM - PENTAVIDEO, CECCHI GORI HOME VIDEO (PEPITE)

NOTE
- GLI ABITI DI ORNELLA MUTI SONO DI PUPI SOLARI, QUELLI DI CARLO VERDONE E SERGIO CASTELLITTO SONO DI MIRCO TERMANINI.

- BIGLIETTO D'ORO 1990.
CRITICA
"La bravura di Castellitto e Verdone non basta a riequilibrare le sorti di un copione sfilacciato." (Morando Morandini, 'Il Giorno', 22 dicembre 1990)

"Ornella Muti, Carlo Verdone e Sergio Castellitto gestiscono sapientemente il film in modo da assicurarci soltanto il tradizionale sorriso delle feste." (Alfio Cantelli, "Il Giornale", 22 dicembre 1990)

"Commedia brillante, non sempre spiritosa e con qualche smagliatura nell'intreccio, dell'acuto Carlo Verdone, che sbeffeggia con garbata ironia uno dei nostri vizi storici, l'ipocrisia, celiando anche con un pizzico di cattiveria sul mercato del turismo religioso. Il sorridente triangolo dei protagonisti è senza punti deboli, nonostante Ornella Muti, per una volta gradevolmente in palla." (Massimo Bertarelli, "Il Giornale", 15 luglio 2003)

"Il nuovo Verdone di Natale mette in scena, pur con molte variazioni 'all'italiana', lo schema narrativo classico del triangolo borghese. [...] Dopo l'amarcord di 'Compagni di scuola' e il sentimentalismo paterno di 'Il bambino e il poliziotto', Carlo Verdone parla, quindi, d'amore. E lo fa dall'angolazione graffiante suggeritagli dalla tradizione della vecchia commedia all'italiana: particolarmente quella di Alberto Sordi e dei suoi personaggi tagliati in negativo. Qualcosa, però, non funziona. Un po' a causa di dialoghi poco inventivi, pur nella professionale impaginazione della sceneggiatura; molto per colpa di una regia solo descrittiva e priva di scatti; spesso troppo indulgente nei confronti degli autocompiacimenti della recitazione (soprattutto quella di Verdone) e tendente a sperdere il ritmo della satira di costume nell'indugio sul particolare o in superflue divagazioni felliniane (la visita alla suora guaritrice). Da parte loro, Ornella Muti ben valorizza la propria fotogenia e Sergio Castellitto aggiunge una interpretazione ben calibrata alla galleria personale di attore non più solo emergente nel panorama dell'odierno cinema italiano." (A.V. [Aldo Viganò], "Il Secolo XIX", 23 dicembre 1990).