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ITALIA 1972
In un periodo politicamente caldo, l'8 marzo 1972, alla vigilia delle elezioni e quando la sede de "Il Giornale" ha subito un'aggressione da parte di gruppuscoli di sinistra, la quindicenne Maria Grazia, figlia del noto professor Italo Martini, viene trovata violentata e strozzata in un prato nella periferia di Milano. Il redattore-capo Bizanti, sentito il parere dell'ingegner Montelli, finanziatore de "Il Giornale", incarica di seguire il caso Roveda, un giornalista principiante, affiancandolo allo smaliziato e senza scrupoli Lauri. Dal canto suo Bizanti avvia indagini private: avvicina la professoressa Rita Zigai, amante di Mario Boni (della sinistra extraparlamentare) e in possesso del diario della defunta. Manipolando le notizie ottenute, Bizanti e Lauri presentano, per mezzo di Roveda, un colpevole alla polizia, alla magistratura e all'opinione pubblica. Mario Boni viene difeso inutilmente dai compagni di cellula. Solo Roveda, che nutre dubbi, avvicina il bidello della scuola di Maria Grazia scoprendo con orrore la mistificazione e l'autentico assassino. Il redattore-capo anziché denunciare l'assassino, licenzia Roveda, tenendo pronta la notizia per sfruttarla secondo l'esito delle elezioni, sempre d'accordo con Montelli.
SCHEDA FILM

Regia: Marco Bellocchio

Attori: Gian Maria Volonté - Bizanti, Jacques Herlin - Lauri, Laura Betti - Rita Zigai, Fabio Garriba - Roveda, Corrado Solari - Boni, John Steiner - Ing. Montelli, Carla Tatò - Moglie di Bizanti, Jean Rougeul - Direttore del giornale, Michel Bardinet - Un redattore, Marco Bellocchio - Un giornalista, Gianni Solaro - Prof. Martini, Enrico Dimarco, Gérard Boucaron - Questore, Gisella Burinato - Segretario editoriale

Soggetto: Sergio Donati

Sceneggiatura: Sergio Donati, Goffredo Fofi - collaborazione, Marco Bellocchio - collaborazione

Fotografia: Luigi Kuveiller, Erico Menczer

Musiche: Nicola Piovani, Ennio Morricone

Montaggio: Ruggero Mastroianni

Scenografia: Dante Ferretti

Arredamento: Carlo Gervasi

Costumi: Franco Carretti

Altri titoli:

Slap the Monster on Page One

Viol en première page

Durata: 93

Colore: C

Genere: DRAMMATICO SOCIALE

Specifiche tecniche: PANORAMICA EASTMANCOLOR, 35 MM.

Tratto da: tratto liberamente da un soggetto e una sceneggiatura di Sergio Donati

Produzione: UGO TUCCI PER JUPITER GENERALE CINEMATOGRAFICA, UTI PRODUZIONI ASSOCIATE (ROMA), LABRADOR FILM (PARIGI)

Distribuzione: EURO FILM, DISTR. RAROVIDEO

NOTE
- IL FILM DOVEVA ESSERE DIRETTO DA SERGIO DONATI CHE SCRISSE SOGGETTO E SCENEGGIATURA E LO INIZIO'. POI SUBENTRO' MARCO BELLOCCHIO.
CRITICA
"Questo film, che Bellocchio ha ereditato da un altro regista, fa pensare ad un affresco soltanto in piccola parte dipinto e per il resto appena abbozzato (...). Gian Maria Volonté, nella parte improbabile del direttore del giornale riesce tuttavia a creare un personaggio molto vivo, insieme corrotto e conscio della propria corruzione." (Alberto Moravia, "L'Espresso", 12 novembre 1972)

"La manipolazione della notizia da parte della grande stampa d'informazione è stigmatizzata quale offesa grave alla verità e al diritto dei cittadini all'autenticità dell'informazione. Situando però i responsabili di tale ignominia in un preciso contesto socio-politico, il film mira anche a dimostrare che il malcostume giornalistico ha una sola paternità. Un pronunciamento del genere, proprio in forza della sua erezione a principio di condanna, si infrange equivocamente contro il tema base avverso alla manipolazione delle notizie, poiché diviene a sua volta una comunicazione al pubblico di realtà etiche sì obiettive, ma distorte per intenti di parte." ("Segnalazioni cinematografiche", vol. 75, 1973)

"Cupo melodramma social-politico del fantasioso Marco Bellocchio che costruisce un'assurda, ma senza dubbio avvincente, storiaccia tra cronaca nera e poliziesco. I padroni, ecco i veri mostri, è la rabbiosa morale, Un'avvertenza, il film è del 1972, 'il Giornale', quello vero, è nato nel '74. Stavolta la sarcastica dicitura finale (ogni riferimento è puramente causale) non mente". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 24 febbraio 2003).