Un sentimento vischioso, senza colpa né salvezza: la disperazione pasoliniana è un abisso domestico. Resta il “legame” di sangue come fragile appiglio all’esistenza
Partite a tris come messaggi in bottiglia per naufraghi dell’esistenza cui aggrapparsi per non scomparire del tutto: tra l’invisibile di Wim Wenders e la poesia di Fukuda Chiyo-ni
Uno spazio sintetico che non invecchia, non imputridisce, non mostra i segni della catastrofe che nutre le sue radici: in quel luogo c’è l’allegoria perfetta dell’anima del nazista
Corpi estranei la cui parestesia rende insensibili al reale. Forse è questo il lato ambiguo della bellezza: nasce per indicare la via e finisce per dar corpo ad un miraggio
Nei suoi quadri la tensione narrativa è sospesa al punto da rendere la scena irreale. Ciò che vediamo ci viene mostrato come in una teca, si dichiara distante, sottilmente “altro”
Ombre e forme dove l’assenza non è concepibile: un racconto luminoso, potente e vitale, celebrazione di permanenza, certificazione di una morte impotente