La Parmigiana

ITALIA 1963
Dora, che abita in una canonica con lo zio prete, seduce un seminarista in vacanza, e poi fugge con lui a Riccione. Presto abbandonata e senza denaro, per pagare il conto non rifiuta di soddisfare la lussuria dell'albergatore; poi si riduce a vivere con Nino, uno sprovveduto giovanotto che spera di procurarsi fama e ricchezza con la pubblicità, e lo segue a Roma. Allorché Nino è arrestato per truffa, Dora si reca a Parma presso una coppia di amici: qui non cede alle richieste dell'uomo, ormai anziano, e si rassegna a fidanzarsi con un questurino, focoso e ridicolo. Si stanca di lui, lo pianta in asso e ritorna da Nino. Questi nel frattempo si è messo con una donna matura, che gli dà lavoro. Dopo un patetico addio, a Dora rimane che il marciapiede.
SCHEDA FILM

Regia: Antonio Pietrangeli

Attori: Mario Brega - Poliziotto, Lando Buzzanca - Michele, Umberto D'Orsi - Ingegnere, Vanni De Maigret - Giacomo, Ugo Fangareggi - Commesso Negozio Iris, Rosalia Maggio - Iris, Nino Manfredi - Nino, Didi Perego - Amneris, Salvo Randone - Scipio, Catherine Spaak - Dora, Nando Angelini - Giovane Che Balla Con Amneris

Soggetto: Bruna Piatti

Sceneggiatura: Ettore Scola, Antonio Pietrangeli, Ruggero Maccari, Bruna Piatti, Stefano Strucchi

Fotografia: Armando Nannuzzi

Musiche: Piero Piccioni

Montaggio: Eraldo Da Roma

Scenografia: Luigi Scaccianoce

Durata: 131

Colore: B/N

Genere: COMMEDIA

Tratto da: romanzo omonimo di Bruna Piatti

Produzione: GIANNI HECHT LUCARI PER DOCUMENTO FILM

Distribuzione: DE LAURENTIIS - DOMOVIDEO, RICORDI VIDEO, BMG VIDEO (PARADE)

CRITICA
"(...) Il romanzo è esile (...) al punto che l'opera cinematografica appare assai superiore a quella letteraria. (...) Il film è amaro nella conclusione così come è ricco di ironia e di spigliatezza negli antecedenti: il racconto è in tono distaccato, il regista non giudica e non assume atteggiamenti moraleggianti (...) tuttavia (il film) raggiunge ugualmente i fini etici che evidentemente si proponeva: e il senso di sgomento di Dora, quando si accorge del triste bilancio della sua vita, è descritto con felice sensibilità (...). Alcuni personaggi, assai più della protagonista (la meno parmigiana della compagnia) appaiono scolpiti con autentica vena (...). Il più umano di tutti, comunque, è Salvo Randone (...) (che) si è dimostrato ancora una volta eccellente attore cinematografico (...)". (A. Solmi, "Oggi", 10, 7/3/1963).