Cinematografo.tvDentro Taxibol, nei labirinti dell'uomo, e del male
Taxibol
di Tommaso Santambrogio
A bordo di un veicolo che percorre le strade de L’Avana, Lav Diaz conversa con un tassista. Il regista filippino parla del suo cinema come una missione, ponendo le basi per un film che possa offrire giustizia al suo popolo: in questo caso, andando alla ricerca di un generale del regime di Marcos apparentemente rifugiato a Cuba. Santambrogio accetta la sfida del suo maestro, dando corpo a una finzione affascinante nei codici, che si profila non solo come un tributo al cinema del maestro, ma anche come una forte dichiarazione di intenti sul potere delle immagini. Sotto le mentite spoglie di un revenge movie, Taxibol è prima di tutto una riflessione politica sul cinema e sul potere che si sviluppa con una struttura a specchio: il dialogo-manifesto all’interno del taxi è preludio a una narrazione che re-inventa sé stessa, tanto nell’osservazione dilatata e immersiva del tempo congelato dell’hacienda del genocida, quanto nell’archivio che offre un controcampo necessario sulle ingiustizie passate e presenti.
Nella Sezione Documentari finalisti al Premio Cecilia Mangini dei David di Donatello arrivati alla loro 69a edizione, Taxibol è una produzione Chiotto Production, Rosso film.
Ascoltiamo il racconto di
TOMMASO SANTAMBROGIO
Regista, sceneggiatore, autore
che è anche in concorso ai David di Donatello 2024 con Gli Oceani sono i Veri Continenti (distribuito da Fandango) come Miglior Opera Prima.
Per info e contatti
www.tommasosantambrogio.com
Servizio di Giacomo d'Alelio