Stranger Things 5, i fratelli Duffer: “Speriamo che la serie ispiri un senso di famiglia e comunità”
Autori e registi della serie Netflix, i Duffer ci spiegano cosa significa per loro Vecna: augurandosi di lasciare un messaggio di speranza al pubblico.
La corsa di Stranger Things sta per finire. Un viaggio durato 10 anni, che ha trasformato i fratelli Matt e Ross Duffer da sconosciuti ad autori di culto. La storia di Hawkins, immaginaria cittadina dell’Indiana, e dei suoi abitanti catapultati improvvisamente in una realtà piena di mostri ha sicuramente segnato una generazione. Dustin, Mike, Lucas, Will, Undici e gli altri sono personaggi che non solo non si dimenticano, ma finiscono per diventare quasi degli amici.
Dal 27 novembre è disponibile su Netflix la prima parte della quinta stagione, l’ultima. La seconda arriva il 26 dicembre, mentre il gran finale di due ore a Capodanno. I Duffer hanno promesso tante emozioni, eventi terribili e la morte più violenta di tutta la serie. In attesa di sapere cosa succederà, abbiamo parlato con loro.
Nell’intervista partiamo dalle basi: gli anni ’80, ovviamente. Non solo “effetto nostalgia”: i Duffer hanno usato film, fumetti, musica e riferimenti di quegli anni perché ci sono nati, certo, ma soprattutto per rendere di nuovo di moda il senso di meraviglia che Steven Spielberg ha portato al cinema. Come conferma Ross: “Oggi le cose sono molto cambiate: con i social media e lo scrolling selvaggio vieni continuamente bombardato da brutte notizie. Ma, come negli anni ’80, le persone hanno bisogno di qualcosa di meraviglioso, di una via di fuga. E soprattutto di speranza. La serie è piena di mostri e oscurità, accadono cose terribili, ma alla fine il cuore di tutto è un gruppo di brave persone che si uniscono per sconfiggere questo male. Spero che il pubblico colga questa speranza”.
Il significato di Vecna
A proposito di mostri: si vede che Netflix ha speso un budget importante per questi nuovi episodi. Il Demogorgone e Vecna sono magnifici: sembra di vedere un grande blockbuster. Effetti speciali a parte però, che cosa ci hanno insegnato questi mostri? Per Matt: “Diversi personaggi in questa stagione, come Max, affrontano i mostri. E i mostri possono sconfiggerti e consumarti. Combatterli da soli è molto difficile. Spero quindi che la serie incoraggi un senso di comunità e di famiglia. Crediamo nell’importanza di lavorare insieme, di lavorare nonostante le differenze per superare l’oscurità”.
“Questa è una storia di formazione. Si tratta davvero di personaggi che non si trovano necessariamente a proprio agio nel mondo. Lottano per adattarsi, si sentono estranei. Quando i giovani vengono da me e mi dicono che la serie li ha aiutati, e ha aiutato i loro amici, nei momenti difficili, questo mi rende più felice di qualsiasi altra cosa. Vecna rappresenta in tanti modi tutti quei pensieri oscuri che abbiamo di noi stessi e spero che, guardando la serie, le persone non li lascino vincere, alla fine. Spero che questa storia le aiuti a trovare un modo per affrontarli”.
Dieci anni di Stranger Things
Incredibile ma vero sono passati 10 anni dall’arrivo di Stranger Things su Netflix. Partita in sordina, il 15 luglio 2015, è diventata un fenomeno pop. Per i Duffer è stato il primo successo. Ecco: a fine corsa, cosa direbbero ai se stessi più giovani, quelli del primo giorno di set? Matt non ha dubbi: “Direi di godermela molto di più! Mettiamo molta pressione su noi stessi e Stranger Things per noi è stata una seconda occasione, perché avevamo avuto molti insuccessi a Hollywood. Soprattutto con la prima stagione volevamo fare bene. Poi, quando è diventata un successo, la pressione è aumentata ancora di più, perché volevamo fare sempre meglio e continuare. E, in mezzo a tutto questo, si perde di vista il fatto di quanto questa sia un’opportunità incredibile: poter raccontare questa storia con queste persone fantastiche. Quindi sì, direi solo: goditi il viaggio un po’ di più”.