A dieci anni dall’uscita, Non essere cattivo di Claudio Caligari, interpretato da Luca Marinelli e Alessandro Borghi, torna al cinema il 27, 28 e 29 ottobre distribuito da Adler Entertainment. Un appuntamento che non è solo un omaggio a un’opera divenuta simbolo di una generazione, ma anche un’occasione per ricordare la forza visionaria di Caligari e l’eredità che il suo cinema continua a trasmettere al pubblico di oggi. Così ne parlavamo dieci anni fa.


La rotonda di Ostia, “il gelatino”. Claudio Caligari ci riporta sin da subito lì dov'era iniziato tutto, nel 1983, con Amore tossico. Stavolta è il 1995, il gelato lo sta mangiando Vittorio (Alessandro Borghi), a farglielo "pesare" è l'amico di una vita, Cesare (Luca Marinelli). Vittorio però, a differenza dei predecessori Enzo e Ciopper, ha già "svòrtato": non è più tempo di eroina, siamo in un'altra epoca, quella dello sballo sintetico (pasticche) e della sniffata compulsiva.

Figli della strada, i due conoscono solo un modus vivendi, fatto di notti in discoteca, macchine potenti, alcool, spaccio di cocaina… Fino a quando Vittorio non incontra Linda (Roberta Mattei), madre single, e decide di cambiare vita. Inizia a lavorare come operaio e prova a coinvolgere anche Cesare, che adesso frequenta l’ex dell’amico (Silvia D’Amico) e sogna di costruire una famiglia insieme a lei. Ma il richiamo della strada, per lui, avrà di nuovo la meglio sui buoni propositi.

Alessandro Borghi e Luca Marinelli in Non essere cattivo
Alessandro Borghi e Luca Marinelli in Non essere cattivo

Alessandro Borghi e Luca Marinelli in Non essere cattivo

Terzo lungometraggio di Claudio Caligari in 32 anni di carriera, Non essere cattivo (scritto insieme a Giordano Meacci e Francesca Serafini) vede il ritorno dietro la macchina da presa del regista diciassette anni dopo L’odore della notte, capolavoro del 1998 interpretato da Valerio Mastandrea. E proprio grazie agli sforzi di quest’ultimo (qui in veste di produttore) il nuovo film di Caligari – già molto malato, poi deceduto a lavorazione ultimata, prima della post-produzione – ha visto la luce.

Imperfetto e bellissimo, Non essere cattivo (facile a dirsi, più difficile riuscirci in certi angoli di mondo) rappresenta la giusta sintesi, l’ideale via di mezzo tra Amore tossico e L’odore della notte: la solita “urgenza” di voler raccontare attraverso una “piccola” storia il cuore di un periodo, e di un contesto, ancora una volta grazie ad una direzione degli attori impeccabile. Il motore di tutto, in fondo, è proprio lì, nell’incredibile prova di Marinelli e Borghi, nell’alchimia di un legame che squarcia lo schermo con violenza.

Valerio Mastandrea, Luca Marinelli, Silvia D'Amico, Roberta Mattei, Alessandro Borghi alla XX Festa del Cinema di Roma
Valerio Mastandrea, Luca Marinelli, Silvia D'Amico, Roberta Mattei, Alessandro Borghi alla XX Festa del Cinema di Roma
Roma 2025 - Red Carpet Non essere Cattivo (Karen Di Paola)

Dopo la “ròta” degli anni ’80 (Amore tossico) e le azioni criminali “di rivalsa” del poliziotto borgataro de L’odore della notte (ambientato tra la fine dei ’70 e l’inizio degli ’80) Caligari si concentra su altre ossessioni, ci riporta a metà anni ’90 anche per ricordarci come iniziò ad insinuarsi il degrado “sintetico”, l’allucinazione di una “bella vita” da poter raggiungere col minor sforzo possibile: “Ma che è? N’epidemia de lavoro?!?” tuona il Brutto (Alessandro Bernardini) quando vede tornare dal cantiere Vittorio e Cesare.

Protagonisti assoluti, certo, ma contornati da uno stuolo di comprimari che riportano finalmente i “caratteristi” al centro di un film italiano: il grande merito di Caligari è anche questo. Sospeso in una narrazione che può sembrare senza tempo, regista con cui il cinema italiano ha più di qualche debito.

E che termina la propria corsa lì dove era iniziata, a Venezia, quando nel 1983 Amore tossico venne premiato come migliore opera prima. Fuori concorso (alla Biennale del 2015, ndr), e da un certo punto di vista è forse giusto anche così: fuoriserie, non catalogabile. Maestro.