“Usciti dalla pandemia abbiamo portato il Med Film Festival anche all’estero, a Malta e in Marocco. Tant’è che quest’anno tutti i paesi del mediterraneo saranno rappresentati, l’ospite d’onore sarà quindi il mediterraneo e tutte le sue sponde culturali”. Così la direttrice Ginella Vocca alla presentazione della XXVIII edizione del Med Film Festival che torna dal 3 al 13 novembre nella Capitale con un programma ricco e variegato.
 

Tanti film (ben sessantacinque), incontri con gli autori, meeting professionali e masterclass animeranno questi undici giorni e diversi luoghi della città: il Cinema Savoy, il MACRO, la Casa delle Letterature. In concorso ufficiale per il Premio Amore & Psiche otto film politici e coraggiosi che affrontano i tabù e che riflettono sulle varie forme del potere, in rappresentanza di sette paesi. Si spazia dal thriller ambientato in Anatolia Burning Days di Emin Alper al noir tunisino Ashkal di Youssef Chebbi, dall’opera prima di Adila Bendimerad e Damien Ounouri intitolata La Derniére Reine sulla regina Zaphira nell’Algeria del 1500 fino a Ta Farda dell’iraniano Ali Asgari. E poi ancora: il doc Rojek della regista curda Zayne Akyol sui combattenti dell’Isis e l’opera seconda Under the Fig Trees della regista tunisina Erige Sehiri (candidato all’Oscar come miglior film straniero per la Tunisia). Infine due film sull’amore: quello dello spagnolo Jonas Trueba, You Have to Come and See It, e il film marocchino d’apertura Le Bleu du Caftan di Maryam Touzani (presto nelle sale italiane grazie a Movies Inspired e candidato all’Oscar come Miglior Film Straniero per il Marocco).
 

Due gli omaggi in programma. Il primo (martedì 8 novembre alle 20,30 al Savoy) dedicato a Francesco Rosi e a Raffaele La Capria, realizzato in collaborazione con la Cineteca Nazionale, propone l’anteprima della versione restaurata di Le mani sulla città e una masterclass con Alberto Anile, conservatore della Cineteca Nazionale, lo scrittore Sandro Veronesi e Federico Pontiggia, consulente artistico del Med Film Festival. Il secondo (venerdì 4 novembre alle 21,30 al Savoy) omaggerà l’attrice e icona del cinema mediterraneo Lubna Azabal con Exils dell’algerino Toni Gatlif, vincitore del Premio alla regia a Cannes nel 2004. L’attrice riceverà il Premio alla carriera del Med Film Festival 2022 e terrà inoltre una masterclass alla Sapienza presso il dipartimento di Studi Orientali. Sempre alla Sapienza, presso la facoltà di filosofia, anche la montatrice Francesca Calvelli terrà una masterclass (9 novembre alle 9,30).

Il Premio Koinè 2022 invece sarà conferito alla corrispondente di guerra e scrittrice Barbara Schiavulli, da sempre impegnata sui “fronti caldi” e in particolare in Afghanistan (“un premio che mi permette di dare voce a tutte le persone che non la hanno”).

Da segnalare, i tre film fuori concorso (il doc di Hala Galal From Cairo; il film marocchino Fragments from Heaven di Adnane Baraka e Nezouh di Soudade Kaadan, presto nelle sale grazie a Officine Ubu, ambientato tra le macerie di Damasco); i quindici cortometraggi in concorso per il Premio Methexis; e le sezioni: Perle dedicata al cinema italiano indipendente, Voci dal carcere con film realizzati all’interno degli istituti di pena italiani, da e con i detenuti, Sguardi dal futuro, che raccoglie i lavori dei tredici studenti membri della giuria Methexis e Letture dal Mediterraneo.

Infine la sesta edizione dei MedMeetings, arricchiti quest’anno dai MedPitching, curati da Paolo Bertolin, e dedicati alle coproduzioni e il nuovo Premio WWF MedFilm Award, volto a sensibilizzare la sempre più stretta connessione tra diritto all’ambiente e diritti umani nella regione mediterranea.

 

Il festival si potrà seguire anche online grazie ad ITsART, la piattaforma streaming dedicata all’arte e alla cultura italiana, promossa dal Ministero della Cultura, e su Moviemag, il programma di Rai Movie, canale della Rai interamente dedicato al cinema, quest’anno partner del MedFilm Festival.