"Sappiamo molte cose sui re e molte poche cose sulle regine”. La regina Zaphira è un personaggio importante per la storia dell’Algeria. Un po’ storico, un po’ leggendario in realtà di lei si sa ben poco perché non è mai stata raccontata soprattutto al cinema. Ci ha pensato la regista algerina Adila Bendimerad, insieme a Damien Ounouri nella loro opera prima: La Dernière reine.

Presentato in concorso alle 19esime Giornate degli Autori della scorsa Mostra del Cinema di Venezia e passato ieri al Med Film Festival, il festival del cinema del Mediterraneo, il film racconta un momento storico dell’Algeria quando nel 1516 il pirata Aroudj Barbarossa liberò Algeri dalla tirannia degli spagnoli e prese il potere. Sarà una donna, Zaphira appunto, ad opporsi al corso degli eventi. Lotte di potere, alleanze, amori e tradimenti sono raccontati in questo film, interpretato dalla stessa Adola Bendimerad proprio nei panni della famosa regina.

È stato difficile recitare e dirigere al tempo stesso il film? “Le scene in cui io recitavo le dirigeva Damien Ounouri- racconta Adila Bendimerad-. Poi durante la post-produzione abbiamo lavorato insieme”. E sulla regina Zaphira: “Non sappiamo se sia realmente esistita questa donna che combatté contro i tiranni. Molte storie dicono di sì. Alcuni dicono che sia esistita solo nell’immaginario algerino. Dietro ogni storia spesso c’è una donna, ma le storie delle donne spesso vengono cancellate”.

E sulla condizione delle donne: “Spesso sono discriminate e questo non vale solo per il passato, ma anche per il presente. Ora c’è una legge che impone che nel parlamento noi dobbiamo avere il 30% di donne. Una sorta di quota rosa. Ma questo non basta perché le cose devono cambiare. Molti spazi del potere dipendono solo dagli uomini. C’è ancora molto lavoro da fare non solo nel mio paese, ma nel mondo. Con Zaphira ho immaginato come questa donna si muoveva nella politica: una donna alla quale era proibito di uscire e che morì per rendere libera l’Algeria. Una leggenda. Un simbolo”.

E poi: “Questo è un film molto importante per il passato e per l’identità dell’Algeria. Noi non abbiamo film storici. Gli unici che abbiamo sono quelli durante il colonialismo. È strano che non abbiamo nulla. In Europa è normale avere film sulla propria storia e voi italiani penso che li abbiate visti. In Algeria non ci sono e gli algerini stanno aspettando questi film. Mi viene in mente il regista egiziano Youssef Chahine che fece qualche film storico”.

Per questo La Dernière reine è un film molto importante per l’Algeria. “Un film low budget che però non sembra essere stato realizzato con pochi soldi. Ci sono voluti sei anni per la realizzazione. Anche perché c’è stato il Covid. Ho studiato molti libri per interpretare questo ruolo e per decidere i costumi. Mi sono documentata per tre anni anche con diversi specialisti. In Europa ha avuto un impatto differente, non tutti hanno capito quanto fosse innovativo per noi aver fatto un film del genere. In Africa è stato invece scioccante. Noi non abbiamo nulla della nostra storia se non quello che il colonialismo francese diceva su di noi. La domanda è: come creare qualcosa che non abbiamo mai visto? Dobbiamo ancora realizzare tanti film sulla nostra storia precoloniale e Zaphira è solo l’inizio, ma non è abbastanza”, conclude Adila Bendimerad.