“Io non racconto l’omosessualità o l’eterosessualità, io racconto le persone come sono fatte. Senza avere nessuna censura nella mia testa”. Ferzan Ozpetek porta alla Festa del Cinema di Roma e dal 1° novembre su Netflix Nuovo Olimpo, scritto con l’abituale Gianni Romoli e interpretato da Damiano Gavino, Andrea Di Luigi, Aurora Giovinazzo, Alvise Rigo, Giancarlo Commare, con Jasmine Trinca, Greta Scarano e Luisa Ranieri.

Fine anni '70, Enea (Damiano Gavino, Il Professore, The Boat) e Pietro (Andrea Di Luigi) sono giovani, belli e hanno appena 25 anni: si incontrano per caso, si conoscono al cinema Nuovo Olimpo e si innamorano perdutamente, ma u avvenimento inaspettato li separerà, senza farli rinunciare, dopo trent’anni, all’amore. “Volevo raccontare questa storia da otto anni. Era quasi un’esigenza, mi era rimasta dentro. È un film semi-autobiografico. Non tutto, ma quasi”.

Si torna agli anni Settanta, a “quell’Italia che io ho amato e scelto”, e confessa Ozpetek “ricreare quel cinema e quei luoghi mi metteva molto ansia”, ma con scenografi, truccatori e attori “abbiamo lavorato, studiato e pensato le cose insieme”.

Genere e orientamento sessuale, il regista ricorda come “un critico americano mi fece un’intervista per l’uscita de La dea Fortuna in America. Lui mi disse che ero stato troppo in anticipo sui tempi quando feci il Bagno turco, e l’America non era ancora pronta per i miei film. I dvd li mettevano nel reparto gay. Sarà meraviglioso quando non ci saranno un locale gay, uno eterosessuale, un locale determinato con cose specifiche. Quando ci saranno locali per tutti e non si dirà più quello è un genitore gay e quello no, i genitori lo sono per tutti. Non ci sono le divisioni. A me piace nella vita lo scambio e l’affetto. I sentimenti e le emozioni sono bellissimi, non bisogna catalogarli e averne timore”.

Venendo al cast, Damiano Gavino rileva come “era tutto molto diverso. Un tempo ci si incontrava dal vivo e ci si innamorava. Non c’erano i social”, Di Luigi come “Ozpetek voleva che i personaggi si avvicinassero a noi e non viceversa”.

Protagonista di una metamorfosi sorprendente nei panni della cassiera del Nuovo Olimpo, Luisa Ranieri si dice “recidiva. È la mia terza esperienza con Ferzan e quando ti chiama è sempre una festa. Mi ha fatto truccare come Mina negli anni settanta, una cassiera che vorrebbe essere un po’ come lei. Abbiamo raccontato un po’ la solitudine di questa persona che sta sempre al telefono, riempie un vuoto, non parla con nessuno in realtà”. Greta Scarano partecipa a un film che “parla di sentimenti con la S maiuscola, l’amore è in tante forme, la mia è una donna che non possiede mai veramente l’uomo che ama, che nasconde un grandissimo mistero”.

A definire i caratteri Gianni Romoli, anche d’abitudine produttore con Tilde Corsi: “Scrivere con Ferzan è sempre un processo lungo e tempestoso, ma so ormai come fa: parte sempre da qualcosa successa a lui o a qualcuno vicino. Per lui il momento fondamentale è la lettura con gli attori. Lì i personaggi cominciano a diventare altro. E questo continua anche durante la lavorazione, è un work in progress. La sceneggiatura è ancillare e sta al servizio della creatività di altri”.

Colonna sonora di Andrea Guerra: “Lavorare con Ferzan è pericoloso perché vuole il tema prima”, Nuovo Olimpo segna la prima collaborazione di Opzetek con Netflix: “Non uscire in sala è una strana sensazione, come fare una cena in due o in tre. Al cinema fai una cena enorme di venti persone. Mi piace però che i miei film entrano nelle case delle persone. 190 paesi. Non avrò l'ansia dei premi. Sono contento e felice in questo momento. Poi se arriveranno messaggi brutti sul film cambierò idea”.