La presunta crisi della Disney è il focus del prossimo numero di Una modesta proposta, la newsletter sui temi economici del cinema curata per Cinematografo da Robert Bernocchi. ‘Crisi’ messa tra virgolette, perché l’analista non è d’accordo con un certo catastrofismo che ha colpito ultimamente questa azienda.
 

Intanto, andrebbe sempre chiarito che non si tratta certo di una crisi (se la vogliamo chiamare così) irreversibile, quanto semplicemente parte di un andamento di alti e bassi che la Disney ha sempre avuto. Per esempio, nel periodo 2004-2009, soltanto in un anno la società ha incassato oltre i 500 milioni di dollari nel mondo con più di un titolo. Ma poi dal 2012 sono arrivate le pellicole Marvel e Star Wars e nel 2019 la Disney ha avuto ben sette titoli sopra il miliardo di dollari nel mondo.

Ma quello che colpisce di più è il discorso sulla 'crisi' dell'animazione Disney negli incassi in sala. Non è un caso che ci si concentri sul theatrical, visto che su Disney+, invece, di solito i risultati sono molto buoni, in particolare per
Encanto , nettamente il contenuto più visto di sempre sulla piattaforma. Se consideriamo i loro ultimi cartoni, ben tre titoli Pixar (Soul, Luca e Red) non sono proprio arrivati nei cinema, mentre Lightyear - La vera storia di Buzz è sì passato nelle sale, ma era disponibile su Disney+ dopo 45 giorni. Per quanto riguarda i cartoni Disney, Raya e l’ultimo drago ha avuto una release day and date (sale e Disney+), mentre Encanto e Strange World hanno avuto una finestra theatrical, ma che è durata solo un mese.


Insomma, non ci vogliono grandi ricerche di mercato per capire che la scelta di favorire Disney+ ha spinto il pubblico (soprattutto quello incerto nei confronti di questi prodotti) a disertare le sale e ad aspettare che arrivassero in piattaforma.

Sul nuovo numero di Una modesta proposta, in uscita lunedì 4 dicembre, l’analisi nel dettaglio.

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