Si è tenuto martedì 19 settembre a Roma presso il Ministero della Cultura il convegno dal titolo Intelligenza Artificiale: creatività, etica, diritto e mercato, promosso dal Sottosegretario di Stato Sen. Lucia Borgonzoni per “discutere con relatori di livello internazionale su rischi e prospettive dell’Intelligenza Artificiale, non dal punto di vista tecnico ma da quello del diritto d’autore e della creatività. Sono convinta – ha ribadito la senatrice, sulla scia di quanto già dichiarato all’ultimo Lecco Film Fest – che possa creare solo l’essere umano, come i grandi artisti hanno fatto sempre nei secoli. La macchina può elaborare qualcosa che esiste già, ma non può avere una coscienza. Dunque, va chiarito quando riconoscere il diritto d’autore e fino a che punto, perché ci saranno lavori che si perderanno e altri che nasceranno. Questo convegno serve anche per suggerire al governo e al Parlamento strumenti di intervento. Con la direzione Cinema attueremo, intanto, per quanto riguarda il tax credit, una fatturazione per finanziare solamente reali persone, registi e sceneggiatori in carne ed ossa”.

Il sottosegretario, inoltre, ha ricordato come “al prossimo G7 la presidenza italiana sarà fondamentale per produrre dei documenti in questo ambito” e ha concluso aggiungendo “che in Parlamento l’on. Alberto Guzmeroli ha iniziato le audizioni per un disegno di legge sull’Intelligenza Artificiale che tuteli l’uomo e la sua creatività in campo artistico”.

Presenti al consesso vari esperti, accademici, personalità della cultura e dell’editoria come Alvaro Moretti (Il Messaggero) che ha inaugurato i lavori con “la domanda delle domande. Di fronte all’Intelligenza Artificiale, chi ha il Potere? Chi fa le domande? Chi la interroga o chi sa leggere le risposte?”.

Poi l’appello ai governanti non ripetere “gli errori di trent’anni fa quando arrivò internet e poi i social: abbiamo lasciato a chiunque volesse la possibilità di prendersi una grossa fetta potere economico, che poi è diventato potere politico. Non si ripeta con l’intelligenza artificiale”.

Il fisico Federico Faggin, Presidente della Faggin Foundation in California, invece, ha ricordato che “la realtà è fatta di enti coscienti che comunicano il significato usando simboli condivisi come, ad esempio, le parole. Gli uomini hanno emozioni e le comunicano con le parole. Il computer non prova emozioni. Non potrà intaccare mai questo primato".

Tanti i tanti interventi della mattinata spicca quello di Nicola Borrelli, Direttore della Direzione generale Cinema e audiovisivo: “il rapporto tra cinema e AI è antico. Il cinema l’ha anticipato da tempo, con film come A.I. - Intelligenza artificialeBlade Runner. L’AI, inoltre, è già usata correntemente per effetti speciali e per il montaggio. Lo sciopero americano, però, ci dice che va conosciuta e regolata perché può avere grandi rischi. I sistemi algoritmici cominciano ad essere utilizzati per le analisi delle sceneggiature, per predire incassi e risultati di prodotti immessi su piattaforma o per pianificare campagne promozionali. Per ora manca, però, la tutela della proprietà intellettuale. Negli USA, in Senato sono in corso audizioni con gli stakeholder per una regolazione. A livello europeo, però, nel cinema non c’è ancora nessuna norma. Siamo ancora al punto di partenza, ovvero stiamo acquisendo dati, e informazioni”.

Accanto a lui, il celebre architetto Massimiliano Fuksas secondo il quale “bisogna abolire il diritto d’autore. Nel 2000 ho diretto la Biennale di Architettura, e lo pensavo già allora perché è una cosa tipicamente occidentale: in Giappone, in Cina e in India l'autore è ininfluente. Il concetto di copia viene dalla religione cattolica, la nostra cultura è ossessionata da chi ci copia, ma in realtà tutti copiano tutti”.

Sulla sponda opposta, invece, la professoressa Ordinaria di Diritto dell’Economia all’UER, Valeria Falce: “Dal 2019 esiste una direttiva europea che spinge ad adeguare il il diritto d’autore alle nuove tecnologie. È una ricompensa fondamentale per lo sforzo creativo dell’uomo e va tutelata e precisata ora ancora di più”.

Da una professoressa ad un artista, Davide Quaiola: “Nel mio lavoro mi affascina la possibilità di avere uno scambio con la tecnologia. Io porto degli strumenti al programma e grazie a questa interazione, però, li utilizzo anche per tutt’altro scopo. Grazie alle interazioni posso realizzare simulazioni pittoriche che nascono da una grande osservazione della natura altrimenti impensabili”.

Poi parola a Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema: “Dobbiamo regolamentare il fenomeno. Rai Cinema presidia i settori più innovativi con progetti su realtà virtuali e sul Metaverso. Inoltre abbiamo allestito un Osservatorio e un Laboratorio con Holden e Sapienza per capire se la tecnologia possa potenziare la creatività. Tra un mese divulgheremo il primo corto di fantascienza fatto con il supporto dell’Intelligenza Artificiale. Una cosa impensabile pochi anni fa”.

Poi una riflessione a lunga gittata: “Queste innovazioni – ribadisce il dirigente- ci fanno sperimentare abbattendo i costi. Gli algoritmi ormai sono fondamentali per valutare i contenuti; si rischia, però, una crescente omologazione dei contenuti seriali, fatti solo per piacere a centinaia di utenti in centinaia paesi, figli di diverse culture. Come Rai Cinema, invece, a Venezia abbiamo vinto importantissimi premi con storie identitarie, che intersecano sensibilità difficilmente replicabili dall’IA. Questa dimensione, l’interiorità dell’uomo per noi è centrale. Nessun contenuto creato da IA dovrà considerarsi mai una produzione originale”.

A.I. - Intelligenza artificiale (2021) - Credits Webphoto
A.I. - Intelligenza artificiale (2021) - Credits Webphoto

A.I. - Intelligenza artificiale (2021) - Credits Webphoto

Stefano Scarpetta, invece, direttore per il lavoro, l'occupazione e le politiche sociali dell'Ocse, nella sua analisi sull’impatto di questa tecnologia sull’occupazione, ha sottolineato come “è in attività da vent’anni, ma pochissime imprese la usano. Le aziende tendono soprattutto a sfruttarla per ridurre i costi, ma non l’occupazione. Per ora non c’è rischio di sostituzione degli umani, come si è detto. Secondo l’OCSE nei prossimi dieci anni i posti di lavoro rimarranno, ma cambieranno in maniera profonda”.

Presente anche il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini che, in un breve intervento, ha parlato di “sfida eccezionale che va accettata e non fermata. Venendo qui, mi hanno informato che ci sono sperimentazioni di auto-articolati a guida autonoma sull’Autostrada A 22; nella Mille Miglia ha partecipato una Maserati a guida autonoma, così ho pensato che il Decreto Legge approvato ieri in Consiglio dei Ministri sulla sicurezza stradale è già potenzialmente vecchio. Vi prego, allora, da fruitore di cinema, di musica e serialità di usare tutte le cautele possibili perché l’umano non sia sostituito”.

Durante la mattinata il dibattito si è focalizzato anche sul tema del diritto d’autore. Per Paola Passerelli, direzione Generale Biblioteche e diritto d’autore, è necessario trovare “a livello europeo un equilibrio tra innovazione tecnologica e tutela del diritto d’autore. Dobbiamo avere delle leggi - come sta provando in parte l’Artificial Intelligence Act  – per garantire migliori condizioni per l’uso e lo sviluppo di questa tecnologia. Il principio, però, deve essre sempre lo stesso: distinguere tra creazione umane con assistenza dell’Intelligenza Artificiale, e quella generata automaticamente da reti neurali”.

Spazio anche Shira Perlmuttel, responsabile del Word Copyright Office degli Stati Uniti. L’avvocata ha tratteggiato uno spaccato della situazione in America dove “moltissime opere ibride sono già state registrate. Abbiamo, però, rifiutato tutele da copyright su opere generate esclusivamente dalla macchina: c’è bisogno di un’entità umana, com’è stabilito dalla Costituzione americana. Bisogna capire volta in volta in quali circostanze il contributo dell’uomo sia decisivo perché ciò crea la titolarità di un’opera. Tutto si basa sull’interpretazione della legge, ma stiamo cercando di capire come emendarla senza inibire lo sviluppo della tecnologia, garantendo dall’altro lato la prosperità dell’invenzione artistica”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Roberto Mastroianni, professore ordinario di diritto dell'Unione europea nell'Università di Napoli “Federico II, che ha ribadito “come negli Stati Uniti, la centralità della convenzione di Berna e delle convezioni europee, convalidano nel nostro continente la regola generale di assegnare il copyright solo se prima c’è il contributo decisivo dell’essere umano”.

Tra i tanti interventi, anche quello di Marco Bassetti, amministratore delegato Banijay Group, società leader nella produzione di fiction in Europa. Il dirigente ha “mostrato grande entusiasmo per un nuovo sviluppo della tecnologia che renderà la creatività più forte. Da anni usiamo nel nostro settore l’intelligenza artificiale. Il problema sui copyright è maggiore, ma se aggiornato, garantirà sicuramente un uso molto più moderato, sicuro e controllato della tecnologia negli ambiti dell’audiovisivo”.

Gli fa eco Matteo Fediga, direttore generale SIAE: “se oggi il punto è evitare di essere sostituiti, la creatività sembra il settore più a rischio, ma nel lungo termine sarà il più tutelato. Come SIAE, abbiamo replicato il funzionamento della rete neurale che abbiamo in testa, ma l’Intelligenza Artificiale sa già schivare rischi di plagio. La tecnologia arriva sempre prima di una norma giuridica”.

Il direttore si spinge poi ad indicare delle soluzioni: “Da una parte bisogna rimanere agganciati alle leggi, poi, pero, bisogna spingere a livello europeo per aggiornare le normative e tutelare soprattutto creatori di testi e opere, d’arte prima ancora che gli artisti”.

Nel pomeriggio, invece, ha preso parola Bruno Frattasi, direttore generale per Agenzia per Cybersicurezza nazionale: “Con i big data avremo una capacità di predizione formidabile dei rischi di furto di proprietà perché nel PNRR è prevista una grande infrastruttura di monitoraggio della minaccia informatica con sistemi di intelligenza artificiale. La scadenza è fissata al 31 dicembre 2024. In questo lasso di tempo dobbiamo creare un’alleanza forte con la ricerca, con la cultura e con le imprese”.

A proposito di imprese, Francesca Bitondo ha dato voce alle strategie di Microsoft Italia. La multinazionale, infatti, “già dal 2018 cura un’etica nello sviluppo dei propri prodotti, – ha ribadito la dirigente – nel rispetto degli utenti. E sul copyright, l’annuncio di una settimana fa è che dal 1 ottobre Microsoft pagherà le spese legali derivanti da cause per una violazione del copyright da parte di prodotti di intelligenza artificiale”.

Luca Ward, attore e doppiatore, ha dato voce all’A.N.A.D. (Associazione Nazionale Attori e Doppiatori), comunità di professionisti “che ha dato vita a un movimento internazionale costituito da trentasette associazioni di doppiaggio sparse nel mondo. Proprio ieri ha incontrato la Commissione Europea a Bruxelles a cui ha esposto le criticità causate dall’irruzione di queste tecnologie. I rischi più urgenti sono i furti della voce per fini di criminalità e microcriminalità. L’Intelligenza Artificiale, oggi, può replicare fedelmente la voce di noi attori per scopi indicibili. Servono delle regole, il furto della voce è illegale ma ci sono società multinazionale che lo praticano continuamente”.

A conclusione della giornata è arrivato l’intervento anche del Ministro della Cultura Gennaro Sanguiliano volto a sottolineare come “all’inizio del Novecento Gentile e Croce furono tra gli intellettuali che innovarono la critica. Il secondo, in particolare, contro il positivismo anticamera del socialismo, disse di voler tornare ‘all’aria viva’. Se il positivismo cerca di costringere il pensiero nelle gabbie di qualcosa di utopico e preordinato, i due filosofi riaffermano la centralità dell’umano. Questo per dire che i processi di cambiamento, come quello in atto con l’intelligenza artificiale, vanno governato dal diritto, dall’economia, salvaguardando sopra ogni cosa il valore dell’uomo”.