Tutti i ricordi di Catherine. Un film con Catherine Deneuve è sempre un film su Catherine Deneuve. Da una parte, è l’unica attrice della sua generazione a vantare ancora una prolifica carriera non relegata al reparto comprimari. Dall’altra, in ogni ruolo si porta dietro fatalmente il ricordo di tutti i film del passato.

Come non scorgere nel volto, nello sguardo, nel sorriso le tracce di Truffaut, Buñuel, Demy, Polański, Ferreri? Ne è talmente consapevole, Deneuve, di incarnare la memoria del cinema europeo da oltre mezzo secolo, che ogni nuovo personaggio lo attraversa come se fosse sempre il canto del cigno.

In una certa misura – e lo sta dimostrando almeno dalla matriarca di Racconto di Natale e ancor di più da Potiche – il Denueve-movie è, nella forma del tipico elegante film medio francese, una combinazione tra suggestione nostalgica e tensione melodrammatica nel crinale tra vita e morte.

Catherine Deneuve in \\\"Tutti i ricordi di Claire\\\"
Catherine Deneuve in \\\"Tutti i ricordi di Claire\\\"
Catherine Deneuve in "Tutti i ricordi di Claire"
Catherine Deneuve in "Tutti i ricordi di Claire"

È quasi inevitabile che sia lei la crepuscolare protagonista di Tutti i ricordi di Claire. Tratto dal romanzo Il cassetto dei ricordi segreti di Lynda Rutledge, è la storia di un’anziana signora che ha deciso di vivere l’ultimo giorno di una vita tormentata e di vendere tutti gli oggetti della sua decadente casa.

Sì, d’accordo, chi meglio di lei. Ma anche: perché ancora lei in questa ennesima variazione sul tema? Con una scapigliata chioma argentata e una veste floreale che la rendono vagamente strampalata, la diva sfodera tutto il suo sornione autocompiacimento. Soprattutto quando non trova un autore in grado di gestirla o perlomeno ripensarne l’immagine iconica in ottica cinefila. Come ha fatto Hirokazu Kore’eda in Le verità.

Un po’ quello che capitava a uno dei suoi partner più celebri, Marcello Mastroianni. Nel finale di carriera, infatti, recitava con suprema nonchalance e al contempo coscienza di essere un monumento. Ma i monumenti hanno motivo di esistere quando possono essere picconati. Pensiamo al Mastroianni de-eroticizzato di Prêt-à-Porter o la bizzarra Deneuve amante del gorilla in Dio esiste e vive a Bruxelles.

Chiara Mastroianni, il frutto dell’amore di questi due divi ormai così simili per carisma e disinvoltura, è qui impegnata nel ruolo della figlia. Al limite del cliché, lontano dagli spettri di Sinfonia d’autunno, la relazione familiare appare qualcosa di già elaborato altrove per risultare davvero coinvolgente, nonostante la drammaticità del tema luttuoso che si svela nel corso della storia.

Chiara Mastroianni in \\\"Tutti i ricordi di Claire\\\"
Chiara Mastroianni in \\\"Tutti i ricordi di Claire\\\"
Chiara Mastroianni in "Tutti i ricordi di Claire"
Chiara Mastroianni in "Tutti i ricordi di Claire"

E l’ormai solito sistema di rime tra finzione e realtà si riflette soprattutto nell’album fotografico con reali istantanee della vita delle attrici. Un procedimento analogo a quello visto – ma in prospettiva romantica con la controparte Gérard Depardieu – in I tempi che cambiano, agli albori dell’operazione post-divistica di Deneuve.

Incrociando passato e presente, Julie Bertuccelli frammenta la narrazione alla ricerca di un ipotetico tempo terzo. In un certo senso, dovrebbe corrispondere a quello sospeso di Claire. Inevitabile che si lasci travolgere dalla un’attrice che giganteggia senza sforzi in un senile film per signore che, infine, fa trovare un po’ di pace alla sua eroina.