Più o meno per caso, i soliti cinque ignoti turisti (più uno) arrivano in Brasile. Belle ragazze, una con fratello a carico, due inglesi arrapati, e l'avventura può iniziare. Turistas è diretto dall'americano John Stockwell, che - recita il pressbook - "si esprime al meglio nei progetti con una certa complessità morale" (sic!) e deve comunque ispirazione e molto altro all'Eli Roth di Hostel. Anche qui l'esotismo e la ricerca di sesso a buon mercato conduce fatalmente all'orrore (tagliato di tre minuti abbondanti...), con un sottotesto porn-horror sulla sperequazione geo-politico-umanitaria tra Usa e resto del mondo. Carne da macello diventano i turisti del mondo ricco, che per una sanguinosa legge del contrappasso finiranno sul tavolo chirurgico destinazione espianto organi. Che cosa rimane dunque da salvare, oltre ai protagonisti? Innanzitutto le succitate e succinte belle ragazze, un bell'attore (Josh Duhamel, tra poco in Transformers), qualche canzone e le superlative immagini subacquee: più che nei pantani morali, Stockwell si conferma a suo agio in carenza d'ossigeno, dando il massimo sotto il pelo dell'acqua come già in Into the Blue. Se i tour-operator carioca ovviamente non gradiranno, gli spettatori euro-vacanzieri troveranno consolazione e sollazzo. E almeno tre battute cult. Una ve la diciamo: inseguiti dai villain nel buio di una grotta, dai nostri si levano stentoree le parole "Ssshhh, non dovete neanche respirare!". Roba da ritiro passaporto...