Nessun altro, oggigiorno, avrebbe potuto interpretare meglio l'ambiguo Richard Kukliski, alla luce del sole marito e padre premuroso, nell'oscurità gelido ed efferato sicario al soldo della mafia: Michael Shannon è The Iceman (titolo che riconduce al soprannome con cui i media iniziarono ad occuparsi di Kukliski), freddo e impassibile ma capace di improvvise esplosioni in alcuni momenti topici del racconto. Che prende le mosse dal New Jersey del 1964, quando Kukliski copiava film porno per il sotterraneo mercato nero mafioso, gestito dal boss Roy Demeo (Ray Liotta, eccezionale habitué di ruoli simili), suggestionato dalla spaventosa impassibilità del primo tanto da "promuoverlo" a suo guardaspalle. Arrivano i soldi, la bella vita per la moglie Deborah (la rediviva Winona Ryder, ottima) e le figlie, e insieme a loro un'inaudita escalation di omicidi e atti efferati: fino a che il cerchio non si stringe, le paranoie dei boss aumentano e la sua "menzogna" viene a galla.
Ci ha pensato Ariel Vromen a portare sul grande schermo l'incredibile storia di Kukliski (raccontata da Anthony Bruno nel romanzo "The Iceman: The True Story of a Cold-Blooded Killer" e dal documentario HBO del '92, "The Iceman: Confessions of a Mafia Hitman"), arrestato nella seconda metà degli anni '80, condannato a due ergastoli e morto "misteriosamente" nel penitenziario di Trenton nel 2006, poco prima di poter testimoniare nel processo contro la famiglia Gambino: The Iceman non sfigura di fronte ai classici del genere, la tensione e le atmosfere tipiche del gangster-movie vengono rispettate con doverosa intelligenza, il percorso umano e "professionale" del protagonista seguito con attenzione e senza sbavature.
L'arma in più, però, è ovviamente Shannon, perfetto nell'incarnare l'ambiguità di un uomo senza passioni, segnato da un'infanzia di violenze subite, convinto di non saper far nulla se non uccidere e deciso a difendere ad ogni costo l'unica cosa a cui davvero tenesse: la famiglia. E' davvero impressionante quando in auto "impazzisce" di fronte ad un insulto ricevuto dalla moglie, incontrollabile quando a casa - una volta perso il lavoro - sbotta di fronte alle pressioni di Deborah: eccessi di un uomo abituato ormai da troppo a dissociarsi dal mondo per poter continuare a sopravvivere, uccidendo senza mai pentirsi, regolato da un codice di condotta etico ("non uccido donne e bambini") che lo ha portato ad allontanarsi per sempre dal fratello carcerato, reo di aver ammazzato anni prima una ragazzina di 12 anni: The Iceman "è" Michael Shannon, attore che da Revolutionary Road in poi continua a stupire per la naturalezza con cui affronta personaggi borderline. Senza paracadute, fino allo schianto.