Quali sono le dieci regole per diventare un bravo dittatore? Per amore di brevità, qui ne citiamo solo alcune, tratte dall'ultimo capitolo, dedicato alla figura di Hosni Mubarak, del documentario Tahrir 2011: 1) Tingersi i capelli, 2) Cantare, o meglio far intonare ad artisti compiacenti canzoni su di te, 3) Costruire un nemico politico immaginario, da sventolare di fronte alle platee per distoglierle dai reali problemi del Paese, 4) Ottenere il controllo pressoché totale dei mezzi di comunicazione, 5) Addestrare un gruppo di legislatori per modificare la legge elettorale in tuo favore, 6) Negare, sempre e comunque, negare davanti a ogni evidenza. Siamo già a sei su dieci.
L'opera collettiva di Ezzat, Amin e Salama è un “instant documentary” sui fatti che in meno di tre mesi hanno sconvolto l'Egitto, portando al rovesciamento del regime che da trent'anni teneva in scacco il Paese. L'opera è divisa in tre capitoli: i “buoni,” giovani e anziani, uomini e donne delle più varie estrazioni e professioni, che hanno manifestato, lottato e lavorato affinché il miracolo della rivoluzione dal basso si compisse. I “cattivi”, poliziotti e membri del servizio di sicurezza del rais egiziano, intervistati con estreme difficoltà. Il “politico” cacciato dalla sua posizione di potere, descritto in dieci esilaranti tappe da suoi consiglieri e avversari. Tre sguardi profondamente diversi per approccio all'immagine e stile, ma un'unica mano che, al pari di quella rivoluzionaria, racconta quei giorni fatali al Cairo.
È difficile esprimere giudizi su opere di questo tipo, perché la Storia con la esse maiuscola bussa alle porte, mettendo in secondo piano le valutazioni artistiche. Tahrir 2011 fa parte del cinema d'urgenza che deve esistere e parlare al pubblico. Il primo merito di quest'opera è proprio l'entusiasmo dei registi e dei protagonisti, che buca ogni inquadratura. Se poi la mano è ferma e la struttura del film è solida, tanto meglio. Applausi dunque ai selezionatori di Venezia 68 per aver portato in laguna questa prima mondiale.