Solo poche settimane fa, l'incursione nella regia di Madonna con Sacro e profano ci aveva dato un consistente assaggio del nuovo gusto inglese, tra il pop e il fetish, per il mondo delle collegiali. Ad ammantarlo di presunto spirito anarchico ora arriva anche il teen movie di Oliver Parker e Barnaby Thompson dal titolo St. Trinian's, ispirato alle storie a fumetti nate dalla matita di Ronald Searle. Il soggetto essenziale: l'istituto femminile più ribelle e sconclusionato del Regno Unito, il St. Trinian's appunto, si trova ad affrontare contemporaneamente il tracollo finanziario e la furia moralizzatrice del compassato Ministro dell'Istruzione (Colin Firth), che vorrebbe screditarla davanti ai media per poi trasformarla in un modello di rigore ed efficienza. Né le banche né il malcapitato censore hanno però fatto i conti con le studentesse bellissime e scatenate del St. Trinian's, terrorizzate dall'idea di doversi trasferire in una scuola normale e disposte anche ad organizzare un colpo da maestro pur di salvare la loro Terra di nessuno dalla normalizzazione. Nonostante le reminiscenze della rivoluzione punk e della controcultura britannica che inevitabilmente vengono chiamate in causa da alcune parole d'ordine citate nel film, questa commedia dall'humor spiccio e demenziale ha poco da spartire con il glorioso passato della Londra dei Cash e dei Sex Pistols. A dominare sembra piuttosto il lato deteriore del pop declinato in salsa adolescenziale. Quello delle Spice Girls, per intendersi, popolato di ragazzine conciate da vamp, che identificano la loro personalità solo attraverso il look e gli accessori (ci sono le secchione con occhiali e ciuffetti, la pin-up con caschetto e labbra rosso fuoco, le ochette in stile Barbie e le dark con piercing e cerone alla Marilyn Manson), ma alla fine riconoscono tutte un unico valore supremo e totalizzante: essere cool. Un valore tra l'altro ormai affermato indistintamente tra tutte le teen agers del mondo, tanto da poter forse garantire qualche chance di successo perfino a un'opera d'infima categoria come St. Trinians, girato senza alcuna fantasia e con quel ritmo poco scorrevole tipico di molti prodotti inglesi. Tra lo humor freddo e poco esilarante, le gag bambinesche e le agghiaccianti smorfiette di Rupert Everett vestito da donna, per buona parte del film sembra infatti di vedere una versione glitterata di Mr. Bean.