Dalla notte dei tempi un muro di cinta separa il villaggio britannico di Wall dal regno di Faerie, popolato da streghe, unicorni, pirati e creature misteriose. L'unica breccia presente è costantemente sorvegliata da un guardiano, impegnato ad evitare che gli abitanti del villaggio raggiungano il bosco. Nulla potrà, però, quando il giovane Tristran decide di passare dall'altra parte: per convincere l'amata Victoria a sposarlo le promette di andare a recuperare una stella caduta oltre la linea. L'avventura che lo aspetta è di quelle che non si potranno dimenticare. Oltre due ore di effetti speciali, letteralmente incollati ad un polpettone che sembra non aver mai fine (130' si fanno sentire, eccome!) e che non rende un buon servizio al romanzo omonimo di Neil Gaiman, illustrato da Charles Veiss: logorroico e ridondante, il lavoro di Matthew Vaughn non riesce a svincolarsi dalla solita, insopportabile voce fuori campo nel prologo e nell'epilogo del film (di Ian McKellen nella versione originale), si affida all'intangibile presenza di Charlie Cox (già visto nel Mercante di Venezia e in Casanova) per raccontare la vicenda di un timido garzone che al termine del suo incredibile viaggio diventerà niente meno che un re. Prima dovrà scoprire cosa significa amare veramente - lo farà proprio grazie alla stessa stella (una fastidiosa Claire Danes) che avrebbe dovuto portare al primo amore (Sienna Miller) - ed impedire che una malefica strega (Michelle Pfeiffer) si impossessi del cuore della sua nuova "fiamma" per garantirsi giovinezza eterna. In mezzo a tutto questo, avrà modo di imparare l'arte della spada e del portamento grazie ad un apparentemente burbero pirata, il capitano Shakespeare, a cui presta il volto e (segretamente) effeminate movenze un Robert De Niro gigione e di facile presa sul pubblico.

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