Zac Efron vede la gente morta. A iniziare dal fratellino Sam (Tahan), vittima di un terribile incidente d'auto, col quale Charlie - così si chiama Zac nel film - s'intrattiene in noiose partite di baseball, gioca a rimpiattino (con uno spettro è gara truccata?) si rotola nel fango, chiacchiera del più e del meno. Tutto questo al cimitero, dove il protagonista si è messo a fare il guardiano, proprio per poter stare vicino all'adorato Sam. Ne vedrà altri di spiriti, ma non sveliamo quali: Segui il tuo cuore è già avaro di sorprese così.
Ed è un peccato, perché lo spunto non era malvagio e l'idea di restituire il senso di perdita (e di colpa: Charlie è sopravvissuto nello stesso incidente d'auto che ha ucciso il fratellino) con l'incapacità da parte del protagonista di liberarsi di una “visione”, poteva essere un espediente interessante. Il film di Burr Steers - che aveva già diretto Efron nel discreto 17 Again - più che paranormale è però para...o: evita sì di percorrere nuovamente la strada del thriller alla Sesto senso, ma s'imbuca nel vicolo cieco del sentimentalismo e delle situazioni da teen movie televisivo, di cui Efron è l'idolo indiscusso, diafano ed efebico. E tale si conferma anche qui. Solo che stavolta non possiamo cambiare canale.