Dal romanzo di Amara Lakhous (E/O), è Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio, diretto da Isotta Toso e interpretato, tra gli altri, da Daniele Liotti, Kasia Smutniak, Serra Yilmaz, Ahmed Hafiene e Marco Rossetti. Con loro, protagonista è Piazza Vittorio, cuore del multietnico Esquilino, quartiere romano nei pressi della Stazione Termini: qui si intrecciano, anzi si scontrano, le storie dei condomini di un palazzo umbertino, scandite dalle salite e discese di un “famigerato” ascensore. Che diverrà pure l'unico testimone di un assassinio, ma senza poter spiccicare una parola: agli inquilini non resterà che autoaccusarsi da insoliti sospetti, perché giustizia (?) sia fatta…
Se la regia cerca di bypassare almeno qualche didascalica annotazione multiculturale, viceversa, è il tessuto narrativo a sciogliersi in una poltiglia drammaturgica che fa cattivo servizio al previsto melting pot antropologico: ritmi attoriali eterogenei e discontinui, lo Scontro non sa risolversi tra l'osservazione partecipata dell'hic et nunc sociale dell'Esquilino e il cotè di genere, cui si devono personaggi (la coppia di malviventi) e situazioni (can che abbaia non delinque…) sciatte se non inverosimili.