Opera seconda dell'enfant prodige (classe 1974) rumeno Corneliu Porumboiu, che ritorna sulla Croisette dopo il premiato esordio (Camera d'or) A est di Bucarest del 2006: e' Politist, Adjectiv ("Poliziotto, Aggettivo"), inserito in Un Certain Regard, sezione che accoglie la nuova travolgente onda rumena anche con il collettivo Amintiri din epoca de aur.

Protagonista di una commedia dal sapore amaro, politicamente amaro, e' il poliziotto Cristi (Dragos Bucur, bravo) che si rifiuta di eseguire gli ordini, ovvero arrestare uno studente colpevole di fumare hashish con due compagni di classe. La legge cambierà di lì a pochi anni, uniformandosi a quella europea, sostiene Cristi, per il quale mandare in prigione il ragazzo graverebbe come un macigno sulla coscienza: ma per il suo superiore, vocabolario alla mano (il titolo vi allude magnificamente), la coscienza ha un altro, opposto, significato...

Costruito su un pedinamento poliziesco, ovvero tallonamento neorealistico, fatto di silenziosa attesa, parentesi nonsense alla centrale e i surreali intermezzi domestici tra Cristi e la futura sposa, Politist, Adjectiv procede dapprima per sottrazione, nell'oggettiva noia delle indagini, per poi aumentare i giri del motore, soprattutto comico, e mettere al muro - dietro un discorso sul metodo e sulla verità - la Romania attuale, con due piedi in Europa e la testa, quella legislativa e non solo, fuori, perchè ancora non libera delle scorie dell'autoritarismo.

Qui punta il dito Poromboiu con un film divertente, ironico e senza apparenti pretese, ma la verità è un'altra: quella politica, necessaria e giovane del cinema rumeno contemporaneo.