Dopo Spider-Man 3, ecco l'altro blockbuster più atteso di questo scorcio di stagione. Sospinto da un vento a "1000 copie", il terzo capitolo della saga dei Pirati (questa volta Ai confini del mondo) - alterna momenti di indiscusso divertimento - gli ultimi 40 minuti di arrembaggio totale - a lungaggini narrative che, specie nella parte centrale, sfiniscono lo spettatore a forza di confondergli le idee (troppi, oggettivamente, i voltagabbana per l'evoluzione dei personaggi principali). Verbinski e soci non se ne preoccupano poi tanto, però, in fondo genuinamente "distratti" dalla mole d'intrecci e avvenimenti che l'intero, mastodontico racconto prevede (con tanto di omaggio a Sergio Leone e rivisitazione del morriconiano "L'uomo con l'armonica"). Quasi tre ore per raccontare dell'ultima impresa (non sembrano pronti ulteriori sequel, anche se il finale molla gli ormeggi almeno ad un altro capitolo) di Jack Sparrow/Johnny Depp e compagnia "arrembante", dalla quale, imperioso, si erge nuovamente un memorabile Capitan Barbossa/Geoffrey Rush: dai fumi di Singapore ad aridi deserti di sale - dove ritroviamo uno Sparrow più psichedelico e schizofrenico che mai, incastrato in una sorta di limbo da cui dovrà essere liberato - fino alla dispersione di incredibili oceani, Baie dei Relitti (la Confraternita dei Pirati Nobili riunita per la decisione del secolo, con l'inaspettata e fugace sagoma di un irresistibile Keith "Rolling Stones" Richards), trasformazioni da brividi - la dea Calypso che abbandona le stringenti mura di un pur notevole corpo femmineo - e giganteschi Maelstrom per la più epocale delle naumachie cinematografiche (Master & Commander permettendo). Tutti contro tutti, ma finalmente uniti per distruggere lo spauracchio rappresentato dalla Compagnie delle Indie e condannare al meritato (eterno) riposo il vecchio Comandante dell'Olandese Volante, il tentacolare Davy Jones/Bill Nighy: una nuova era è all'orizzonte, ma l'amore tra Will Turner/Orlando Bloom ed Elizabeth Swann/Keira Knightley dovrà sopportare il più crudele dei sacrifici. Con lieto evento a sorpresa dopo i lunghissimi, come d'abitudine, titoli di coda.