Maracuda, figlio goffo di un capotribù granitico, cerca di farsi valere. Scappa, inciampa, incontra un uccello alieno e finisce per scoprire se stesso — tra buffi incantesimi e prove di coraggio.
Tutto al posto giusto. Forse troppo. Il viaggio dell’eroe? C’è. Il padre severo e distante? Presente.
L’amico strano e magico? Immancabile. Il messaggio edificante sul credere in sé? Stampato a lettere cubitali nel codice genetico del film.

Maracuda segue il manuale con zelo. E lo si capisce presto: ogni snodo, ogni dialogo, ogni gag sembra pescata dal grande calderone dell’animazione industriale per famiglie. Funziona, sì. Ma non sorprende mai.

Maracuda – Diventare grandi è una giungla
Maracuda – Diventare grandi è una giungla

Maracuda – Diventare grandi è una giungla

Il contesto preistorico è una trovata utile. Rende il mondo leggibile. Semplificato. Un tempo immaginario e mitico, dove tutto è ancora da nominare: perfetto per far brillare le emozioni primarie. Un’infanzia del mondo per parlare all’infanzia dell’anima.

E però, proprio in questa cornice così fertile, il film non osa. Non sperimenta. Non inventa.
Il buffo alieno Tink, il padre ridotto a bruco, la sorella guerriera — tutto fila liscio, ma senza brividi.
Ci sono richiami ai Flintstones, ai Croods, persino al figliol prodigo (aggiornato con lance e dinosauri).
Ma più che omaggi, sembrano automatismi narrativi.

Ed è qui che nasce il limite. Non nella forma — che è curata, vivace, cromaticamente accattivante — ma nella sostanza, che resta in superficie. Un racconto che si muove per dovere, non per desiderio.
Che copia i gesti del rito, ma ne ha “spento” il fuoco. In un film che parla di crescita, di trovare la propria voce, la voce stessa della narrazione resta impersonale.

Maracuda – Diventare grandi è una giungla
Maracuda – Diventare grandi è una giungla

Maracuda – Diventare grandi è una giungla

Conclusione? Maracuda è un film che intrattiene, rassicura, scorre via.
Ma manca l’invenzione. La poesia. Lo stupore.
Gli manca, in fondo, l’ultimo stadio della sua evoluzione: quello più autenticamente umano.