Storia di Sara (Benedetta Gargari), una 15enne che si ammala di anoressia. Ma, dice il regista Marco Pozzi, Maledimiele “non è la storia di un'anoressica”. Come la Veronica di Kieslowski, Sara ha una doppia vita: alla luce del sole, una ragazza diligente e spensierata, ma il suo dark side è popolato da costrizioni e regole ferree per imporsi un irraggiungibile peso ideale, eppure né i genitori (Sonia Bergamasco e Gian Marco Tognazzi, entrambi sottotono), né le amiche sembrano accorgersene. Digiuni forzati e bagni ghiacciati, corse e palestra, pranzi e cene nel bidone dell'immondizia: non solo, Sara ha una camera dei segreti e un lenzuolo bianco, dove seguire con un pennarello nero il corpo che scompare. E' il racconto di una schiavitù decisa, confermata e protetta a proprie spese, retto  sulle giovani spalle di Benedetta (brava, futuro certo) e inframmezzato da inserti memorial-onirici con l'eco della nonna, dell'infanzia e dell'affetto che non c'è stato. Pozzi giudica e non giudica, tallonando in 2k con l'occhio nel buco della serratura e la macchina da presa sulla bilancia: tra eccessi enfatici, incursioni simboliche fuori fuoco e didascalismi a uso (?) terapeutico, si fa un po' male, ma trova anche il miele. A uso terapeutico.