Strano regista Julio Medem. Nel 1998 si presentò nei festival di tutto il mondo con l'apprezzato Gli amanti del circolo polare, melò degno del genere, facendo sperare anche meglio per il futuro. Lucia y el sexo tradì le attese, opera discontinua e confusa, che ebbe come unico merito far conoscere la bellezza e il talento di Paz Vega. Penelope Cruz offre oggi a Medem una nuova possibilità,  raccontando la storia di Magda, moglie e madre colpita da un cancro al seno che lotta per mantenere intatta femminilità e dignità. Veicolo confezionato quasi esclusivamente per supportare l'intensa interpretazione della diva iberica, Ma ma non va molto oltre, colpendo al cuore lo spettatore ricordando che “finché c'è vita c'è speranza”. Vero, così come reale è la passione che la Cruz infonde nel trasmettere il messaggio a quelle donne che hanno lottato e lottano contro la malattia. Purtroppo, cinematograficamente il film soffre per scrittura e regia, lasciando anche spiazzati per alcune scelte narrative potenzialmente ammirevoli, vedi l'importanza della famiglia disfunzionale, sviluppate però goffamente. Restano molte emozioni, anche troppe forse, ma questo in fondo non è mai un difetto.