Un tempo si perdeva l’aereo e questo era motivo di grande gioia per Kevin, il figlio dei McCallister, che si trovava tutto solo in una casa vuota e con la libertà di fare quel che voleva. Adesso si perde, anzi in questo caso si prende il treno, con un però: senza alcun genitore a bordo. Come dire, passano gli anni, variano i mezzi, aumenta il numero di ragazzini, ma tra Mamma ho perso l’aereo e Tutti a bordo non cambia poi così tanto, l’escamotage è sempre lo stesso: bambini (da soli) vs adulti.

Remake della commedia francese Attention au départ! di Benjamin Euvrard (2021), diretto e scritto da Luca Miniero, da lui stesso cosceneggiato con Michele Abatantuono e Lara Prando, il film vede protagonisti Stefano Fresi e Giovanni Storti, per la prima volta insieme in un film tragicomico.

Il confronto Nord/Sud (in generale abbastanza inflazionato al cinema) non è nuovo per Miniero, né il road- movie, né tantomeno il riadattamento di un film francese alla realtà italiana (vedi il dittico Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord). Lontani dall’ambientazione d’Oltralpe, questa volta la storia prende avvio dalla Stazione di Torino Porta Nuova in direzione Palermo, dove un gruppo di ragazzini scatenati deve fare una vacanza studio. Il tontolone Bruno (Fresi), che dovrebbe supervisionarli e accompagnarli in questo lungo viaggio, perde il treno. Disperato farà di tutto per raggiungerli accompagnato da suo padre Claudio (Storti). Nel cast anche Carlo Buccirosso, perfetto nel ruolo di perfido controllore alle calcagna dei ragazzini, rappresentazione dell’Italia che non sopporta le nuove generazioni.

Ben assortiti i due adulti, ovvero Fresi e Storti, tanto da far sperare che sia nato un nuovo duo comico. Viceversa stona il gruppetto di giovani stile Goonies 2.0 che appassiona ben poco, forse perché fin troppo caratterizzati.

Per il resto questo viaggio on the train, anzi sul Frecciarossa (fondamentale nella realizzazione del film è stata la collaborazione di Trenitalia che ha reso disponibili anche tante stazioni) è fin troppo rocambolesco, con trovate esageratamente sopra le righe tra vegani convinti, suore super tifose e guidatori di elicotteri con tendenze suicide, che non ci porta verso il futuro, ma ci fa solo venire tanta nostalgia per il passato e per quei film antecedenti anni ottanta e novanta (sopracitati), vere e proprie pietre miliari del nostro cinema.

Il tentativo di fare un family, adatto anche ai bambini, genere ben poco esplorato in Italia, va comunque in qualche modo premiato. E Fresi&Storti, insieme a Buccirosso, meritano per simpatia.