Il crociato Behmen molla guerre sante e morti ingiuste (dopo il Robin Hood di Scott, va di moda) e torna a casa col compagno d'armi Felson. Durante il viaggio di ritorno, viene loro chiesto di prendere in custodia una strega, accusata di essere la responsabile della pestilenza che affligge la zona, e di portarla in un'abbazia per esorcizzarla…ma esistono le streghe, o il diavolo ci avrà messo le corna?
Hollywoodianamente ineffabile nel risolvere in due minuti e mezzo dubbi e ambiguità che Dreyer avrebbe (genialmente) mostrato in due ore, L'ultimo dei templari afferma con sicurezza la presenza di un diabolico e trascendente brodo primordiale, che fonde demonio, stregoneria, possessione diabolica, licantropia d'accatto, in un Medioevo che davvero non si fa mancare niente. Un'epica facilona, che non può non avere come alfiere Nicolas Cage, crociato-cowboy che ricalca senza un filo di ironia stilemi pedissequi già eccessivamente digeriti altrove. A dispetto di quanto declamato nei dialoghi finali, difficilmente il suo ultimo templare passerà alla Storia; in compenso, l'ennesima capigliatura ridicola sfoggiata rischia di catapultarlo direttamente nella Leggenda. Degli Uomini Scult.