(Nelle sale dal 14 agosto)

Sex and the City lo dice: siamo destinati ad incontrare non una, ma due anime gemelle. Capita nella vita. Accade spesso nel cinema dove gli esempi, tra menage a trois e più complesse geometrie, non si contano. Paradigmatico fu Truffaut e il triangolo del desiderio di Jules e Jim. Innumerevoli le varianti. Assai particolare quella adottata da Sarmiento. C'è sempre lui, lei, l'altro. Ma l'altro stavolta è un cane. "Pelouchizzatto" a tutte le latitudini, il migliore amico dell'uomo si prende una bella rivincita e gli ruba la donna. Certo bisogna essere fessi come Charlie, un ragazzo imbranato fino all'inverosimile e cotto della bionda Daphne, emotiva cronica che stravede per il suo Jack Russell. Questi, dimentico di essere un cane, s'ingegna in tutti modi pur di mandare a monte la relazione tra il ragazzo e la padrona.
Con un pretesto così debole sarebbe stato assurdo pretendere trovate migliori di quelle che il film dispensa. Peraltro derivative. Se lo svolgimento è prevedibile, la confezione e gli interpreti non sono da buttare. Modello dichiarato è il cinema dei fratelli Farrelly, rispetto al quale però Lui, lei e Babydog si comporta come il protagonista a quattro zampe: abbaia, ma non morde.