Quanto è fagocitata, la coscienza storica italiana, dal suo recente passato. Imbrigliata in una fase di auto-critica o di interpretazione ritardata, che, gira e rigira, torna sempre a particolari momenti, difficili certo, della giovane Repubblica. E il cinema? Lavora, anche lui, con lentezza, nella costruzione di nuove architetture narrative, nell'approdo alla lettura di altri e diversi gangli critici della nostra vita sociale. Guido Chiesa riflette, con molto entusiasmo ed una affermata onestà intellettuale, sull'epoca breve ed intensa delle trasformazioni sociali vissute nell'ultimo trentennio del secolo scorso. Aveva, però, già poco entusiasmato, quattro anni fa, con Il partigiano Johnny. Ora, con la smaccata complicità alla sceneggiatura del sibillino "collettivo intellettuale" che si firma Wu Ming, affronta il 1977 a Bologna, prologo a quelli che saranno gli anni di piombo, quelli degli scontri di piazza, delle università occupate, di Francesco Lorusso, venticinquenne di Lotta Continua steso da una pallottola sotto i portici della "città dotta" - palcoscenico dei successi di un'amministrazione altrettanto ottusa a cogliere i fermenti post-sessantottini -, gli anni degli autonomi e dei carabinieri, dei morti e dell'incomunicabilità, gli anni di una malattia, quella di una giovane, forse impacciata democrazia e di un tenue, vulnerabile senso dello Stato. Lo fa attraverso un parallelismo singolare: due giovani scavano un buco per una difficile rapina, molti giovani illusi scavano nella mentalità borghese attraverso la voce della famosa Radio Alice, quella che notte e giorni dava voce, senza censure e senza regole, agli sfoghi destrutturati delle diverse forme di protesta. Chiesa, con altrettanta libertà formale, immagina Radio Alice come "uno dei più importanti esperimenti di comunicazione orizzontale e trasversale", ma crede, con altrettanto entusiasmo ed in parte erroneamente, che anche un film possa sottoporsi a questo esperimento. Risulta, però, che anziché liberarlo, lo limita. Si sgretolano, nel frattempo, non solamente la terra, ma anche molte sicurezze, miti, mentalità. Partorendo, ci si chiede, quale convivenza, proponendo quali soluzioni? A Chiesa ed ai suoi generosi attori, tra i quali Valerio Mastandrea e Claudia Pandolfi, questo, e potrebbe essere una scelta giusta, non interessa.