Profondo Texas al confine con il Messico. Guardie di frontiera, migranti messicani che tentano di valicare il confine con gli USA, vaccari o cowboys che marchiano bestiame. Il corpo di Melquiades Estrada viene ritrovato in pieno deserto: è stato rapidamente seppellito dopo il suo assassinio. Tocca all'amico Pete (Tommy Lee Jones) andare alla ricerca dell'omicida, che sta proprio alla porta accanto, quella del nuovo agente del border patrol Mike Norton (Barry Pepper). Sentimento dell'amicizia, virilità che si misura in sensibilità e fiducia verso il prossimo e non attraverso la violenza e il machismo, Le tre sepolture è racconto nostalgico sulla nuova frontiera che si apre a Sud della superpotenza statunitense. Linea immaginaria che si valica materialmente e mentalmente al contrario nell'opera prima di Tommy Lee Jones. Perché Pete obbliga Mike a seguirlo verso il fantomatico paese di Jimenez, luogo natale dove seppellire per la terza volta Melquiades. Stavolta le guardie di frontiera perderanno di vista chi entra, per inseguire chi esce e fugge irregolarmente verso Sud. Paradosso geografico, che ha parecchio di politico nel sottotesto e che si richiama alla figura del loser dal viso scavato dalle rughe e dal tempo un po' alla Eastwood, il film di Jones propone due ore di on the road desertico e naturalistico, concentrandosi sui caratteri e sulla storia e dimenticando quasi del tutto la visione. Per almeno mezz'ora sembra quasi che ci sia un tentativo di montaggio stranamente sincopato e a ritroso alla ricerca di una verità spezzettata dai diversi punti di vista dell'omicidio. Ma è un fuoco di paglia: i rimanenti novanta minuti si perdono davvero in mille rivoli di script, personaggi che svaporano nel nulla (si veda la bella mogliettina di Mike, Lou Ann, interpretata dalla bella January Jones), frasi che svolazzano nel vuoto. Ed è davvero un peccato che non sia intervenuto qualche sforbiciatore, perché le intenzioni di Jones sono quantomeno scevre di pregiudizi filosofici e di carinerie da primo della classe. Sarà forse il caso di aspettare l'opera seconda?