Presentato in concorso alla 64 edizione della Mostra internazionale veneziana Le Chaos, il film diretto a quattro mani (meglio: a quattro occhi) da Youssef Chahine e da Khaled Youssef è un'operazione intelligente e divertente. Anzi, a suo modo è un film perfetto, che sviluppa e risolve in maniera impeccabile una trama che al suo interno contiene, con differenti declinazioni, una storia d'amore, di ingiustizia e di ribellione. La declinazione dicevamo, lo stile, che è fatto di molti stili. La pellicola inizia con immagini di disordini che sembrano di repertorio, vuoi perché sembrano davvero venire fuori da un telegiornale vuoi perché tutto appare plausibile e verosimile, con i manifestanti arrestati che vengono rinchiusi in un carcere dove si pratica la tortura e dove si può morire senza che nessuno venga mai a saperlo. Poi però le cose cambiano, e grazie al vero protagonista del film, il vero crack della vicenda, tutto assume un aspetto a metà tra melodramma e commedia. In conferenza stampa, curiosamente, quando Chahine ha ammesso che un certo taglio poteva essere un omaggio a certi registi italiani, sono stati fatti i nomi di Federico Fellini, Michelangelo Antonioni e Roberto Rossellini, mentre se c'era un esempio da citare era senza dubbio quel Raffaello Matarazzo che del melodramma è stato l'autentico maestro. Comunque, parlavamo del crack del film. A nostro parere la palma va assegnata per distacco all'attore Khaled Saleh nella parte del poliziotto Hatem (un volto a metà tra Nino Terzo e Saddam Hussein cui probabilmente si ispira). Al suo cospetto gli altri attori, pure bravi, scompaiono dall'inquadratura. È lui che porta il film dove vuole regalandoci un personaggio solo in apparenza muscolare, ed è lui che detta i tempi e i temi, con momenti comici, drammatici e persino romantici (memorabile la scena al ristorante in riva al Nilo). Chaos è un film che ha il coraggio di essere quello che è, un film di pancia che non rinuncia alla citazione e alle tinte forti e che raggiunge il suo scopo, parlare di temi forti e attuali senza inutili intellettualismi e noiose metafore. Possiamo dirla tutta: Le Chaos era esattamente ciò che mancava alla Mostra, ed è un peccato che sia arrivato così tardi.