Tutto in una notte, sotto la pioggia di Bogotà. Jorge, tassista, è distrutto dal dolore e medita vendetta per l'uccisione del fratello. Angela, sensuale e sbandata cocainomane, vaga per la città, da un locale all'altro, tra sveltine e continue bevute.
Si incontrano, casualmente, e per entrambi il destino di quella notte potrebbe cambiare radicalmente...
Dalle superfici riflettenti del Taxi Driver di Scorsese alle suggestioni digitali del Collateral firmato Mann: l'esordio di Jorge Navas sembra cibarsi senza soluzione di continuità di ambedue, sfruttando ambienti (oltre al taxi, naturalmente, intorno al quale - e a bordo del quale - ruota l'intera vicenda) e derive emotive, in un girovagare dell'anima - tra ospedali, locali di strip-tease, appartamenti poco vissuti - che sembra trovare riposo solo nel silenzio di asfalto, bagnato dalla pioggia, innevato da fiumi di polvere bianca. Il riscatto, per entrambi, arriverà solo affrontando la morte, in un crescendo di sangue e pioggia...