La Pantera Rosa, il remake del classico di Blake Edwards, ha i volti di Steve Martin, novello Peter Sellers nell'impermeabile dell'ispettore Jacques Closeau, Kevin Kline (l'ispettore capo Dreyfuss), Beyoncé Knowles (la pop star Xania) e Jean Reno (il risoluto gendarme Gilbert Ponton). Questo firmato da Shawn Levy è il decimo film della serie - i richiami più evidenti sono al secondo capitolo, Uno sparo nel buio - e Steve Martin si è detto speranzoso che seguiranno altri episodi. Il regista Shawn Levy inquadra l'ispettore Clouseau chiamato ad investigare su una doppia inchiesta: la sparizione del leggendario diamante Pantera Rosa e la morte del suo proprietario, il celebre allenatore della nazionale francese Yves Gluant. Insieme al nuovo assistente, Gilbert Ponton, e alla devota segretaria Nicole, l'ispettore Clouseau porta avanti le indagini tra Parigi e New York. La Pantera Rosa - di cui nel 2003 è celebrato il 40° compleanno - era anche nella prima commedia diretta da Edwards un diamante. Fu proprio il regista a chiedere al cartoonist Friz Freleng di disegnare per i titoli di coda del suo film un felino sofisticato e vagamente malizioso ispirato alle movenze di James Dean, la Pantera Rosa, poi protagonista di una fortunata serie di cartoni animati. Ci trovassimo di fronte a un originale, forse il nostro giudizio sarebbe più clemente: al film non mancano sequenze sinceramente divertite, gli interpreti sono in godibile sintonia, il plot non si sfilaccia troppo. Ma il tentativo, pur encomiabile, di attualizzare La Pantera Rosa, cambiando look a Closeau e mettendolo al volante di una Smart, ovvero eliminando il domestico Cato per Ponton, non fa altro che rendere ancora più struggente il ricordo del cine-felino che fu. E dichiarare l'endemica mancanza di idee del cinema attuale, che come la Pantera Rosa rischia l'estinzione. Nostalgia canaglia.