Ottimo il film norvegese presentato in Concorso alla Berlinale 64. E luminosa è la stella del cinema scandinavo Stellan Skarsgard, ancora una volta in un ruolo solitario e perfetto con il tratto criminale.
Kraftidioten – In Order of Disappearance, inizia come un normale film scandinavo. Nils (Stellan Skarsgård) e sua moglie si preparano per andare a una premiazione. Nils viene eletto ‚cittadino dell'anno del villaggio. Una piccola comunità scandinava perduta nella neve, perfetta e funzionante. Il giorno dopo però Nils viene informato della morte del figlio per overdose. Il suo mondo perfetto si rompe all'istante. Lui è convinto che non sia stato un ago ad aver ucciso il figlio. Inizia così la caccia ai colpevoli in un filo rosso di omicidi portati a compimento con precisione e brutalità. Anche se nemmeno una goccia di sangua macchia il bianchissimo mondo di Nils.
La scelta del regista Hans Petter Moland di dare un secondo titolo al film, In ordine di sparizione, segnala la nota dell'ironia, anche questa molto scandinava, che si nasconde sotto le circostanze più efferate. Il mondo di Nils si trasforma in una campo di battaglia di una vendetta cieca e perfetta. Ma la cosa che svela questo film dal bel ritmo, è il mondo sotterraneo di bande e criminali che si muovono sotto la Norvegia bianca e modernissima. L'ironia, il sangue, gli stupendi paesaggi di neve e la piccola comunità di provincia fanno assomigliare questo film al capolavoro Fargo dei fratelli Coen. Quello sì un monumento al genere. Ma la pellicola di Moland non sfigura affatto accanto ai Coen. La criminalità norvegese e danese, nordica insomma, entra in guerra con quella immigrata arrivata dalla Serbia.
Uno dei momenti più felici del concorso di questa Berlinale è quello in cui uno dei criminali serbi rivela al compagno: „Questo è un Paese dove in galera se lavori bene accumuli punti per la pensione e dove in ospedale mangi ottimi pasti caldi e non ci sono stupri“. Il compare è scettico. „Ma è lo Stato Sociale stupido! Esiste solo nei Paesi nordici, perché fa freddo. In quelli del sud non c'è perché c'è il sole e nessuno ne ha bisogno“. Politicamente scorretto, raffinato, caricato. Le asprezze della criminalità abbozzate in un acquarello invernale. Non meno spaventoso.