Affrontare in un film tematiche sociali piuttosto delicate come le violenze psicologiche nei confronti delle donne, le pari opportunità per le stesse e l'integrazione di giovani migranti non è mai un compito facile, soprattutto se si sceglie uno stile narrativo eterogeneo. In Italy Amore Mio di Ettore Pasculli, lungometraggio drammatico ammorbidito da note comiche e da un messaggio sostanziale di amore e speranza, si racconta la sfida di Alina (l'esordiente sul grande schermo Eleonora Giovanardi), giovane ragazza dell'Est Europa col sogno di diventare ballerina in Italia, contro pregiudizio e costrizioni della famiglia. Trovarsi a superare il conflitto tra la cultura del paese d'origine, impressa tra le mura domestiche, e quella del paese in cui si sogna la realizzazione del proprio futuro è una situazione familiare a molti migranti o giovani di seconda generazione. Per lo sforzo nel sensibilizzare su questo argomento il film ha ricevuto il patrocinio del Ministero per l'Integrazione, mentre l'adesione al progetto cinematografico del Presidente della Repubblica è arrivata per un altro fenomeno sociale di ampia portata in Italia e in diversi paesi europei: la generale sottovalutazione della donna e le violenze, psicologiche e non, a cui è troppo spesso sottoposta. Il ritmo è letteralmente dato dalla protagonista assoluta del film: la danza, scelta come forma artistica da Alina, dotata di un innato talento, per esprimere se stessa e conquistare le proprie libertà. Ma non è per la storia d'amore con la danza, né per quella con Gabriele (Salvatore Lazzaro), né per l'amore amicale, quasi paterno, del bidello della scuola di ballo Elvis (Sergio Bini), nè per l'amore fraterno del piccolo Cosmin (Gabriel Montesino) che il film parla di cuore: il cuore sta nell'aver realizzato un film low budget finito sul grande schermo a dicembre, nel cuore della programmazione cinematografica.