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Un giovane uomo a Teheran, Amir (Amirhossein Hosseini ) lavora consegnando lettere in bici. Frequenta il suo giro di amici con cui mangia e gioca. Tra conversazioni incompiute e giornate che scorrono lentamente, si trova di fronte a una decisione che in realtà non ha ancora preso: partire per raggiungere la sua fidanzata Tara (Hadis Nazari ), che ora vide in Italia.
L’unico oggetto dal quale non vuole davvero separarsi è la sua bicicletta, sua compagna di viaggio. Mentre la data per raggiungere Tara si avvicina, lui temporeggia. Anche in Inside Amir, in concorso alle Giornate degli Autori, il tema del lasciare la città natale, per andare altrove è centrale per la storia del regista iraniano Amir Azizi, Il cui primo lungometraggio, Temporary (2015), è stato presentato al Festival di Pechino e al Med Film Festival di Roma, vincendo il Premio speciale della giuria. Two Dogs (2020), ha partecipato al concorso di Varsavia ed è stato premiato a Bangalore e in altri festival.
Nelle note di regia, Azizi scrive: ” Daroon-e Amir è una pacata meditazione sulla distanza emotiva tra il rimanere e l’andarsene, non su ciò che è giusto o sbagliato, bensì su quello che rimane irrisolto. Affonda le sue radici nell’esperienza personale, ma si esprime anche attraverso un linguaggio cinematografico universale”. Infatti sembra uno studio, un’opera fatta per superare una crisi esistenziale, con la camera-car che insegue la bicicletta del protagonista tra le strade.
Continua Azizi: “Il film esplora la presenza, lo spazio e la vulnerabilità umana. Ho voluto osservare la realtà senza giudicarla o renderla spettacolare, con uno sguardo paziente che si affida alla sensibilità del pubblico. Il mio approccio evita gli slogan o il rumore drammatico, cercando invece una chiarezza emotiva più profonda”.
Però un approfondimento sul personaggio non avrebbe nociuto, anzi. L’operazione sembra a tratti forzata e priva di forza drammaturgica.