Il boss di Chicago Lazlo Gogolak (Kevin Pollak), una volta uscito dal carcere rapisce Cynthia (Natasha Henstridge), l'avvenente moglie del dentista Nicholas 'Oz' Oseranski (Matthew Perry), per mettersi sulle tracce dell'ex-marito di Cynthia, Jimmy Tudeski, (Bruce Willis), ex-killer messo sotto protezione dall'F.B.I. Jimmy vive recluso con la moglie Jill (Amanda Peet) dedito interamente alla vita da casalingo: Jimmy attraversa una profonda crisi d'identità acuita dai problemi di letto con la giovane consorte, apprendista omicida di scarso successo. La situazione è in realtà più complessa: Jimmy e Cynthia tramano per entrare in possesso del tesoro multimilionario di Lazlo all'oscuro dei rispettivi partner, mentre Oz si ritrova sballottato tra Messico e USA senza neppure una vaga idea di quello che gli sta capitando intorno. FBI Protezione testimoni 2 ritrova il cast del primo episodio, mentre in regia Howard Deutch prende il posto di Jonathan Lynn. Si potrebbe terminare qui la recensione di un film per il quale l'interrogativo più sensato è ontologico: perché esiste? Perché continuare una saga sgangherata e di scarsa fortuna al box-office? Le logiche produttive-distributive sono spesso imperscrutabili, come l'avvenire cinematografico di Bruce Willis, che apre il film con foulard e babbucce a forma di coniglietto stile casalinga dell'Ohio. Si salva Kevin Pollack, 'solitario' di una commedia che si vorrebbe brillante. Quanto credito si dia a FBI Protezione testimoni 2 è già evidente dalla sinossi del press-book, che confonde primo e secondo episodio dando vita a un terzo film che non esiste: un involontario stratagemma per smascherare recensioni scritte senza aver visto il film?