Nel 1907 il dottor Plonk, insigne scienziato e famoso inventore, scopre che il Pianeta Terra è destinato alla distruzione: a meno di immediate contromisure, la fine arriverà dopo 101 anni. Allarmato, lo scienziato si rivolge alle autorità, ma in mano ha soltanto i suoi fogli fitti di calcoli e nessuna prova. Decide quindi di costruire una sofisticata macchina del tempo per viaggiare nel futuro: la cavia sarà il suo fedele assistente Paulus. Dopo qualche errore di calcolo e incidente, la navetta parte con destinazione 2007: i calcoli dello scienziato sono esatti, ma ora bisogna convincere le autorità ad affrontare il viaggio nel tempo per vedere come il mondo si sia trasformato... Tributo ai film muti, in bilico tra la mimica serafica di Buster Keaton e Harold Lloyd e la verve satireggiante di Jacques Tati, Dr. Plonk è diretto dall'eclettico Rolf de Heer. In bianco e nero, didascalie e accompagnamento musicale anni '20, apparentemente è omaggio leggero, ma dietro, grattando la pellicola vintage, c'è dell'altro: l'inquietudine dell'oggi. Non sarà riuscitissimo, anzi non lo è, ma Dr. Plonk riesce a divertire per 84 minuti, lasciandoti poi disperato. Col sorriso sulle labbra.