Un bowling sperduto dove esibirsi, un motel da quattro soldi dove dormire. Tutto pagato, ma tra i benefit manca il conto aperto del bar. Leggenda della country music sul viale del tramonto, Bad Blake (un gigantesco Jeff Bridges, giustamente candidato all'Oscar), 57 anni con 4-5 ex mogli sparse un po' ovunque e un figlio abbandonato all'età di 4 anni, si sposta per il paese a bordo dell'anziana, amata Bessy, con i jeans sbottonati in vita e impugnando, ogni volta che può, la bottiglia del whiskey. Sarà l'incontro con una giovane giornalista (Maggie Gyllenhaal, nomination anche per lei), madre single, a far battere nuovamente il suo “cuore matto”.
Esordio alla regia per Scott Cooper, e ritorno ad un ruolo da protagonista per Jeff Bridges, Crazy Heart trae ispirazione dal romanzo omonimo di Thomas Cobb e nulla aggiunge alla già vasta schiera di music-drama della filmografia USA: schematico e senza guizzi, fortunatamente capace di non incappare in un (esagerato) lieto fine, il film non può prescindere dalla straordinaria performance (anche canora) del fu “Drugo” Lebowski, appesantito e verosimile “cowboy dell'amore” alcolizzato, supportato da uno score cavernoso e coinvolgente, firmato da gente come Stephen Bruton, Ryan Bingham (la sua "Weary Kind - Crazy Heart" candidata dall'Academy quale miglior canzone) e T Bone Burnett, anche produttore.