L'inizio è folgorante: una voce fuori campo si domanda come introdurre la vicenda e così, in rapida successione, è messo in scena praticamente ogni topos narrativo del cartooning classico, prima di addentrarci nella cittadina dove Chicken Little vive con il padre, circondato da uno zoo che comprende anatre, maiali e persino pesci (con l'indispensabile boccia di vetro piena d'acqua in testa per respirare). Mark Dindal, regista di Chicken Little, primo lungometraggio integralmente in computer grafica 3D targato Disney, dopo il deludente esperimento di Dinosauri, s'inserisce in modo anomalo nella tradizione dell'Impero del Topo. Il suo debutto registico, dopo anni alla Disney come animatore di effetti, da Red & Toby, nemici amici fino alla Bella e la bestia, risale al 1997 quando, passato alla Warner, dirige il bizzarro musical Cat's Don't Dance (mai uscito in Italia)...

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