“Lei ha 15 anni, è troppo vecchia per te!”. Borat è tornato. Quasi quindici anni dopo il primo viaggio negli States per documentare l’American Way of Life, l’improponibile reporter kazako nato dalla fervida mente di Sacha Baron Cohen viene rispedito negli USA, stavolta per “Consegna di portentosa bustarella a regime americano per beneficio di fu gloriosa nazione di Kazakistan” – come recita del resto il lunghissimo titolo del film.

La bustarella, tangente in questione, che dapprima sarebbe dovuta essere Johnny the Monkey (ministro della cultura kazako) poi sarà la figlia Tutar (Maria Bakalova): il nuovo viaggio di Borat è meno semplice del precedente, se fallisce nella missione in patria lo attendono per giustiziarlo, mentre negli States muoversi liberamente non è più semplice come la prima volta. Intanto perché la gente lo riconosce, costringendolo a travestimenti allucinanti, in secondo luogo perché il “virus cinese” costringe ad essere guardinghi e rispettare (si fa per dire) il distanziamento.

Meno sorprendente rispetto al film che, all’epoca, incassò oltre 260 milioni di dollari a fronte di un budget inferiore ai 20, Borat 2 non manca però di momenti clamorosi (il ballo delle debuttanti, il ritrovo delle donne repubblicane), conferma la straordinaria capacità del suo creatore di mimetizzarsi alla meglio nell’esagerazione di un personaggio che finisce per essere addirittura meno tranchant dei buzzurri, razzisti, filotrumpiani che incontra, fondamentalmente giustifica il perché di questo ritorno (da domani, 23 ottobre su Amazon Prime Video).

Borat Subsequent Moviefilm
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Allora il misogino, razzista, antisemita Borat Sagdiyev serviva per istigare le persone a tirar fuori i loro pregiudizi tenuti a freno; stavolta quei pregiudizi sono addirittura esibiti, con fierezza, senza nessuna vergogna. E Borat non può far altro che provare in tutti i modi a “vendere” la propria figlia (che neanche sapeva di avere, cresciuta in un fienile inseguendo il sogno di finire nella gabbia dorata di Melania, sorta di fiaba animata ispirata a Cenerentola ma con il lieto fine un po’ dissimile…), mascherandosi addirittura da The Donald per fare irruzione alla Conservative Political Action Conference.

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Ma tornando sui suoi passi poi, per toglierla dalle grinfie di Rudolph Giuliani (che a differenza di quanto scritto in queste ore, basterebbe vedere il film, si stende sul letto per risistemare la camicia nei pantaloni dopo aver tolto il microfono e non per fare chissà cos’altro): “Lei ha 15 anni, è troppo vecchia per te!”.

La missione, in fondo, fallisce. Ma il piano – geniale – di chi l’aveva rispedito negli States si compie alla perfezione. Vedere (magari meglio con mascherina indossata…) per credere.